L’UE pensa alle colonnine, ma ignora i prezzi delle elettriche

L’Unione Europea spinge per l’espansione delle infrastrutture di ricarica, ritenendola cruciale per la transizione verso la mobilità elettrica entro il 2035. Si tratta di un’opinione tutt’altro che condivisa da tutti, in quanto molti ritengono che il vero problema sia il costo elevato delle auto elettriche, ancora inaccessibili per gran parte dei consumatori. L’UE dovrebbe concentrare maggiori sforzi sulla riduzione dei prezzi e dei costi di produzione, oltre che sulle colonnine, per garantire una transizione elettrica davvero efficace. (Autoappassionati.it)

La notizia riportata su altri giornali

Patrimoniale? Un esproprio proletario Sì ai dazi alla Cina. (Milano Finanza)

“Le difficoltà dell’automotive europeo - ha spiegato Gori durante il suo intervento - sono sotto i nostri occhi e noi abbiamo il dovere di occuparsene, visto che da questo settore dipendono quasi 14 milioni di posti di lavoro e il 7% del PIL europeo. (BergamoNews.it)

Si tratta di un percorso a tappe, ma la sfida è come completare il processo analizzando tutti i passi necessari sottoposti a una serie di esami scadenziati nel tempo. Il prossimo anno, secondo le decisioni europee, le emissioni medie delle auto nuove vendute dovranno scendere sotto i 93,6 grammi per chilometro, con una riduzione del 19% rispetto ai 116 grammi per chilometro in vigore nel 2024. (Corriere della Sera)

Crisi industria automobilistica: Ue discute del calo delle vendite e della transizione ecologica

Sul regolamento sui veicoli leggeri che prevede lo stop alla vendita di auto diesel e benzina nel 2035 "la dichiarazione di Weber, a nome del Partito popolare europeo, che concorda sulla nostra richiesta di anticipare al 2025 l'esercizio della clausola di revisione, ci conforta sul fatto che siamo sulla strada giusta". (Il Mattino di Padova)

Le automobili entrano al Parlamento europeo a Strasburgo. Un settore ferito, secondo il centro studi dell'Eurocamera, da una crescita economica debole, dai costi dell'energia, dall'interruzione di catene di approvvigionamento dai rischi geopolitici e dalle politiche industriali di Paesi come la Cina, con ampi interventi governativi, o gli Usa, con l'Inflation Reduction Act. (Il Messaggero - Motori)

Di Euronews PUBBLICITÀ (Euronews Italiano)