L'UE e la sfida della mobilità elettrica

- L'Unione Europea, nel suo impegno verso una transizione ecologica, ha posto un forte accento sull'espansione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, ritenendola cruciale per raggiungere l'obiettivo di una mobilità sostenibile entro il 2035. Tuttavia, questa visione non è condivisa da tutti: molti ritengono che il vero ostacolo sia rappresentato dall'elevato costo delle auto elettriche, ancora inaccessibili per una larga fetta di consumatori. La questione, dunque, non si limita alla disponibilità di colonnine di ricarica, ma si estende alla necessità di ridurre i prezzi e i costi di produzione dei veicoli elettrici, per garantire una transizione realmente efficace.

In questo contesto, l'Italia, insieme alla Germania, ha avanzato una proposta per accelerare la revisione delle normative europee riguardanti la transizione verso un'industria automobilistica più sostenibile. La proposta, che prevede di anticipare di un anno il riesame della legge che impone lo stop ai motori a diesel e benzina, ha trovato sostegno tra diversi leader politici, tra cui Robert Habeck, dei Verdi, e Manfred Weber, dei Popolari. Questa alleanza strategica tra Roma e Berlino emerge in un momento di crisi per il settore automotive, segnato da una crescita economica debole, dai costi elevati dell'energia e dalle interruzioni delle catene di approvvigionamento.

Il Parlamento europeo, intanto, si trova diviso sulla questione: da un lato, vi è chi sostiene la necessità di fermare o rallentare gli obiettivi del Green Deal europeo, ritenendo che le attuali condizioni economiche e geopolitiche non permettano di procedere con la rapidità prevista; dall'altro, vi sono coloro che ritengono indispensabile mantenere alta l'ambizione per garantire un futuro sostenibile. Il settore produttivo automobilistico dell'Unione europea, infatti, è stato duramente colpito da una serie di fattori, tra cui la concorrenza di Paesi come la Cina, che beneficiano di ampi interventi governativi, e gli Stati Uniti, con l'Inflation Reduction Act.

In questo scenario complesso, i grandi colossi dell'automotive, come Volkswagen, Mercedes, BMW e Stellantis, si trovano a fronteggiare una drammatica certezza: i licenziamenti.

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