"Payback, una sentenza politica. Sanità ripianata con contributi privati"

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Bisognerà ancora aspettare il Tar della Toscana, chiamato a pronunciarsi sulla legittimità del payback per i dispositivi medici, per sapere se alle aziende del comparto toccherà pagare alla Regione centinaia di milioni di euro per aver sforato i tetti di spesa negli anni scorsi. Ma la sentenza della Corte Costituzionale è sicuramente una sconfitta per i privati. E una vittoria per la Regione, nonostante non sia un provvedimento immediatamente esecutivo. (LA NAZIONE)

Ne parlano anche altre testate

La Corte si è pronunciata con due sentenze (n. 139 e n. 140) sul meccanismo del payback che, ricorda la Corte “è regolato da diverse norme di legge. La disciplina principale è contenuta nell’art. (La Pressa)

Il meccanismo del payback sui dispostivi medici “presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole” infatti esso pone a carico delle imprese “un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale”. (Farmacista33)

Con queste parole, il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Vincenzo Ceccarelli, commenta la sentenza della Corte Costituzionale con cui si conferma la legittimità del cosiddetto Pay-back dovuto dalle aziende fornitrici della sanità pubblica. (LA NAZIONE)

Payback sanitario, rischio default: "Se resta finiamo tutte in rosso"

Stefano Rimondi, già past presidente di Confindustria Dispositivi Medici, è stato fondatore di Aferetica, una azienda nata come start up nel 2014 con sede amministrativa a San Giovanni Persiceto e sede produttiva a Mirandola, che si avvia a raggiungere quest’anno un fatturato di 10 milioni di euro. (il Resto del Carlino)

ABRUZZO. Ivan Pantalone, Presidente ASFO Abruzzo-Molise e Vicepresidente Nazionale FIFO Sanità, si è espresso così sul payback applicato ai dispostivi medici: “Siamo esterrefatti, la sentenza della Consulta sul payback applicato ai dispositivi medici segna il destino di oltre 1400 imprese che si avviano al fallimento e di 190mila addetti del settore che perderanno il loro posto di lavoro, come certificato dai dati emersi dallo studio Nomisma commissionato da FIFO Sanità. (Termoli Online)

La conseguenza di questa decisione, però, significa un pesante fardello per il settore biomedicale italiano, poiché il giudizio di "non illegittimità" della norma che chiama le aziende fornitrici di materiali e strumentazioni biomedicali, essenziali per il funzionamento degli ospedali e, in generale, della sanità, a concorrere per il 50% (poi ridotto al 48%) al ripiano del deficit accumulato nei bilanci sanitari delle Regioni per il periodo successivo al 2015 costituisce una concreta minaccia al futuro di un comparto strategico. (il Resto del Carlino)