Sentenza della Corte Costituzionale conferma la legittimità del Pay-back in sanità

La Corte Costituzionale ha recentemente emesso due sentenze, la numero 139 e la numero 140, riguardanti il meccanismo del “payback” sui dispositivi medici, sollevando un acceso dibattito tra le parti coinvolte.

Il Pay-back è un meccanismo che pone a carico delle imprese un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico-finanziaria di grave difficoltà. Secondo la Consulta, il “payback” “presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole in riferimento all’art. 41 della Costituzione, quanto al periodo 2015-2018“.

Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, ha commentato la sentenza della Corte Costituzionale con parole di soddisfazione. Ha sottolineato l'importanza di questa decisione per la Toscana, che aspetta senza ritardi le centinaia di milioni per la sanità pubblica che il governo gli ha bloccato alla fine dello scorso anno.

Non tutti però vedono di buon occhio questa sentenza. Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità, ha dichiarato che le due sentenze della Corte costituzionale che rigettano l’incostituzionalità del meccanismo del payback sui dispositivi medici decretano l’apertura di una crisi che sino ad oggi è stato soltanto rimandata senza alcuna proposta di risoluzione. Secondo l’associazione, le decine di migliaia di lavoratori del settore, occupati nelle 2000 piccole e medie imprese italiane, saranno a rischio.

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