Rapporto civico sulla salute 2024: accesso alle cure ancora critico
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Cittadinanzattiva ha presentato al ministero della Salute, alla presenza del Ministro Orazio Schillaci, il Rapporto civico sulla salute 2024. Delle 24.043 segnalazioni raccolte nel 2023, in aumento di quasi 10mila unità rispetto all’anno precedente, il 32,4% riguarda proprio il mancato accesso alle prestazioni, con un incremento del 2,8% sul 2022 e dell’8,6% sul 2021. Seguono le criticità legate alle cure primarie (14,2%), all’assistenza ospedaliera (13,3%) e territoriale (11,1%). (http://farmaciavirtuale.it/)
Ne parlano anche altri giornali
In Puglia un anziano con una patologia su quattro rinuncia a curarsi per via delle liste d'attesa che sono troppo lunghe, per i costi della sanità o perché ha delle difficoltà nel raggiungere ospedali e cliniche. (quotidianodipuglia.it)
A questo aggiungiamo la carenza cronica di personale sanitario: nel 2026 oltre 11.400 medici di famiglia in meno e le nuove leve non basteranno a rimpiazzarle. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 25% degli ultra 65enni in Italia rinuncia alle cure per le lunghe liste di attesa, per i costi delle prestazioni e per difficoltà logistiche. (Il Fatto Quotidiano)
“Ritenevo – lamenta il lettore – di essere dentro un’isola abbastanza felice per quanto riguarda la sanità locale. (Il Filo del Mugello)
In Sardegna la percentuale di ultra sessantacinquenni che deve soprassedere è tra le più alte d’Italia: il 35,7% degli anziani con patologie non può fare visite mediche o esami diagnostici, deve arrendersi a liste d’attesa infinite, ai costi troppo alti delle prestazioni, alle difficoltà di andare nelle strutture (perché sono soli e non riescono a spostarsi agevolmente). (L'Unione Sarda.it)
"Mancano medici e troppo spesso i pazienti sono costretti a rivolgersi al privato". Un monitoraggio che riguarderà l’intera area di competenza dell’Azienda con sede a Vimercate. (IL GIORNO)
Luci e ombre sulle performance di Asl Lecce: tempi rispettati in tutte le prestazione con il codice di priorità B (Breve da effettuarsi entro 10 giorni), ma solo il 38 per cento delle visite cardiologiche con i codici prioritari D e P sono erogate nei tempi previsti (30 giorni per la D e 120 per la P). (La Gazzetta del Mezzogiorno)