Nomine Ue, Meloni prova ad entrare nel fortino di Bruxelles tra tedeschi e francesi mentre Tajani vira a sinistra

Di entrare nel fortino di Bruxelles dove tedeschi e francesi, circondati da vassalli fedeli, decidono della vita quotidiana di 27 nazioni europee, tra cui la nostra. Entrarci non è per lei tigna personale, ma nazionale. La questione dell'appartenenza partitica e delle relative alleanze sparisce dinanzi all'evidenza di un bene più grande. Rendiamoci conto di che cosa c'è in gioco. Ed evitiamo per una volta di ridere del folklore di certi obblighi: il diametro minimo delle zucchine, la rivoluzione dei tappi di plastica da tenere incollati alle bottigliette. (Il Giornale d'Italia)

La notizia riportata su altre testate

Ma la sorpresa delle ultime elezioni è stato l'exploit dei Conservatori, di cui Giorgia Meloni è il presidente. Il mandato degli elettori comunitari è stato chiaro: il Ppe si conferma primo raggruppamento politico, seguito a ruota dai Socialisti. (Liberoquotidiano.it)

“Fino al 18 luglio non succede niente", confidano dal Governo. Ursula Von der Leyen ha fatto sapere che gestisce in prima persona la distribuzione delle deleghe e i rapporti coi governi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Noi non la sosterremo, non sosteniamo chi dice di voler spendere 500 miliardi in armi". "Giorgia Meloni sta condannando il Paese all'irrilevanza e la sua scelta di astenersi su Von der Leyen lo dimostra. (Civonline)

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Dagospia, Meloni, Mattarella, Tronchetti Provera e non solo. Pillole di rassegna stampa Meloni ha votato contro Costa e la Kallas e si è astenuta sulla scelta della von der Leyen: "Io credo che la proposta sui top jobs fosse sbagliata nel merito e nel metodo (…) con le elezioni i cittadini hanno chiesto una linea nuova e diversa in Ue". (Start Magazine)