Bibi parla agli Stati Uniti, l’Arabia ascolta, la Cina si muove

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C’era un interlocutore tanto attento quanto invisibile, mai menzionato direttamente, ad ascoltare il discorso di Benjamin Netanyahu al congresso degli Stati Uniti, prima tappa ufficiale del tour del presidente israeliano in America alla ricerca di un sostegno bipartisan prima ancora che si delinei il risultato delle elezioni alla Casa Bianca. Stava a Riad, nel palazzo reale dell’Arabia Saudita: era il principe Mohammed Bin Salman, erede al trono e primo ministro, dominus indiscusso del più importante Stato arabo. (Tempi.it)

La notizia riportata su altri giornali

Il primo ministro israeliano offre la sua versione: «Dateci più velocemente i mezzi e noi finiremo più velocemente il lavoro». Al culmine del suo discorso, dopo aver liquidato come «utili idioti dell’Iran» i circa cinquemila manifestanti pro Palestina assiepati intorno a Capitol Hill e davanti all’Union Station, Benjamin Netanyahu si paragona a Winston Churchill. (Corriere della Sera)

Il tutto evidentemente per attirare il voto delle minoranze arabe, musulmane e filo-palestinesi. Per avere successo una campagna elettorale americana (e non solo lì) deve contare su un elemento fondamentale, oltre ai soldi: elettori smemorati. (il manifesto)

Cambiano i candidati alla Casa Bianca e cambia anche la linea del premier israeliano. Biden punta al cessate il fuoco per chiudere bene la sua presidenza. E Kamala Harris ha definito abominevoli «graffiti e la retorica pro-Hamas» nelle proteste in corso a Washington (Open)

Usa, Biden accoglie Netanyahu alla Casa Bianca

Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu incontrando nello studio Ovale Joe Biden e ringraziandolo per il suo sostegno a Israele nei suoi 50 anni di carriera politica. "Voglio ringraziarla per i 50 anni di servizio pubblico e (Secolo d'Italia)

(Tuttosport)

Il premier israeliano: "Grazie per i 50 anni di sostegno a Israele" (LAPRESSE)