Quale Siria dopo Assad?
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La caduta del regime più che cinquantennale della dinastia degli Assad in Siria rappresenta uno dei momenti di svolta più importanti della storia recente del Medio Oriente. Ciò è vero in considerazione della rilevanza strategica e simbolica della Siria per gli equilibri regionali negli ultimi decenni. Tassello fondamentale della cosiddetta “mezzaluna sciita” che rappresentava la proiezione dell’Iran nella regione; attore cruciale per le sorti politiche del Libano, su cui ha sempre avuto un’influenza determinante, anche grazie al supporto a Hezbollah; ultimo baluardo di resistenza contro le variegate spinte rivoluzionarie che, dal 2011, hanno provocato la caduta di regimi in Tunisia, Egitto, Libia, Yemen, e destabilizzato ulteriormente l’Iraq; il regime alawita di Bashar al-Assad sembrava da qualche anno essere riuscito a vincere una guerra civile violentissima, che ha provocato più di mezzo milione di vittime. (ISPI)
Su altre fonti
Quelle sollevazioni popolari, su cui in alcuni casi si sono innestati altri tipi di dinamiche, hanno fatto prima vacillare e poi fatto franare autocrazie che sembravano poter durare in eterno. (Adnkronos)
Assad si trova in Russia con la sua famiglia, a Mosca, dopo che il presidente Vladimir Putin ha concesso l’asilo al presidente in fuga da Damasco, ormai sotto il controllo dei ribelli. Anche la bandiera con le tre stelle dei combattenti, che hanno preso il potere in Siria, è stata issata sull’ambasciata siriana a Mosca. (Virgilio Notizie)