Il Papa ai diplomatici: “Dialogare anche con chi è scomodo, guerra mondiale minaccia concreta”
Articolo Precedente
Articolo Successivo
– I nomi non li fa, il protocollo lo sconsiglia e per giunta un antipatico raffreddore di stagione gli impedisce di pronunciare personalmente il discorso equilibrato e prudente, stilato dalla Segreteria di Stato, costringendolo a rinunciare a eventuali e proverbiali passaggi a braccio. Nulla da aggiungere o omettere, va bene così, ma a chi stia pensando papa Francesco, quando riecheggia nell’Aula delle Benedizioni del Palazzo apostolico, l’appello accorato “a favorire il dialogo con tutti, compresi gli interlocutori considerati più scomodi“, è fin troppo chiaro ai 184 ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ricevuti in udienza per i tradizionali auguri d’inizio anno. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ne parlano anche altri giornali
Papa Francesco ha usato parole durissime per negare il diritto all’aborto, che il Pontefice ha definito “inaccettabile“. Secondo Bergoglio, il diritto a sottoporsi a questa pratica contraddirebbe i diritti umani e, in particolare, quello alla vita. (Virgilio Notizie)
Papa: la guerra mondiale, minaccia concreta. Dialogare anche con chi è scomodo Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
È la consegna, nel tradizionale incontro di inizio anno con il corpo diplomatico. Appello per l’eliminazione della pena di morte e il condono del debito dei Paesi poveri (Romasette.it)
“Di fronte alla sempre più concreta minaccia di una guerra mondiale, la vocazione della diplomazia è quella di favorire il dialogo con tutti, compresi gli interlocutori considerati più ‘scomodi’ o che non si riterrebbero legittimati a negoziare. (B-Lab Live!)
Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede nell'Aula della Benedizione in occasione degli auguri per il nuovo anno. (Silere Non Possum)
"Non possiamo rimanere indifferenti a tutto ciò! Non ne abbiamo il diritto! Piuttosto, abbiamo il dovere di esercitare il massimo sforzo per la cura della nostra casa comune e di coloro che la abitano e la abiteranno". (la Repubblica)