Boraso: «Ho pettinato la bambola». La dirigente si oppone e lui la sgrida

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Ha detto il procuratore Bruno Cherchi: «L'assessore Renato Boraso interveniva direttamente sui funzionari pubblici del Comune, che tendenzialmente non si opponevano alla richiesta, anche se c'è qualche eccezione». Poche, pochissime, ma ci sono e meritano di essere evidenziate. Dagli atti dell'inchiesta emergono in particolare le figure di due dirigenti che avrebbero cercato di respingere le pretese dell'amministratore e degli imprenditori considerati suoi sodali: dipendenti rispettosi della legge, che proprio per questo sarebbero stati rimproverati se non addirittura intimiditi, dall'uno e dagli altri. (ilgazzettino.it)

Su altri giornali

La notizia ha trovato conferma stamane in ambienti investigativi. All'uomo d'affari la Procura contesta la somma di 73 mila euro versata sui conti dell'assessore Renato Boraso, ora in carcere, per l'acquisto di Palazzo Papadopoli, proprietà comunale. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Lo ha reso noto all'ANSA il suo avvocato difensore, Umberto Pauro, dopo l'incontro con il politico nel carcere di Padova. Il legale non ha commentato la scelta dell'assistito ritenendola un atto dovuto. (ilmessaggero.it)

L'arresto di Boraso è legato all'inchiesta della Procura di Venezia che sta sconvolgendo il mondo politico e imprenditoriale della città. Lo ha reso noto all'ANSA il suo avvocato, Umberto Pauro, dopo l'incontro con il politico nel carcere di Padova. (La Piazza)

«Qualcuno stasera griderà Barabba - ha aggiunto -, speriamo che non mi mettano in croce» parole dette in dialetto veneziano. «Sono pronto alla mia via crucis». (ilgazzettino.it)

Io domani mattina le depositerò in Comune a Venezia”, ha fatto sapere l’avvocato Umberto Pauro confermando quello che l’ex assessore aveva fatto trapelare, ossia che si sarebbe dimesso “quanto prima” dalla sua carica pubblica. (OglioPoNews)

Il primo elemento politico, nella bufera giudiziaria che ha sconvolto Ca’ Farsetti, sede del Comune veneziano, è dato dalle dimissioni dell’assessore alla Mobilità Renato Boraso (nella foto), in carcere con l’accusa di corruzione. (il Giornale)