Margaret morta per il sogno di un naso più bello, lo studio non era abilitato a interventi chirurgici

Margaret morta per il sogno di un naso più bello, lo studio non era abilitato a interventi chirurgici
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Casteddu Online INTERNO

Lo studio medico di Roma in cui Margaret Spada, 22 anni, avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento di rinoplastica, non era autorizzato a eseguire interventi chirurgici di alcun tipo. La giovane, infatti, è morta il 7 novembre scorso, dopo tre giorni di agonia, a seguito di una reazione avversa all’iniezione di anestesia locale che le era stata somministrata nella clinica. Questo dettaglio è emerso durante le indagini condotte dai carabinieri del Nas, su delega della Procura della Repubblica di Roma. (Casteddu Online)

La notizia riportata su altre testate

I volti di chi era presente nei momenti in cui le sue condizioni si sono aggravate non sono più un mistero: gli inquirenti hanno identificato altre due persone accanto a Marco Procopio e a suo… (Repubblica Roma)

"Ci auguriamo che nessuno più possa essere vittima di quanto capitato a nostra figlia Margaret. Chiediamo che venga rispettato il nostro dolore". (Sky Tg24 )

«La famiglia sta portando a casa la loro amata figlia. Lo ha detto Alessandro Vinci, l’avvocato della famiglia di Margaret Spada, morta dopo un intervento al naso. (Giornale di Sicilia)

Margaret Spada, i dubbi dell’autopsia: «Cardiopatia congenita». Dai medici norme violate, verranno sentite anche le ex pazienti

Roma — Congelati i siti, blindati i social, anonimizzati i profili, muti i legali. Marco e Marco Antonio Procopio, i medici finiti nella bufera per la morte di Margaret Spada, la ragazza siciliana che a loro si era rivolta per un intervento al naso, sembrano quasi voler diventare fantasmi. (la Repubblica)

Un ambulatorio, autorizzato come tale, dove però si svolgevano anche attività di chirurgia non dichiarate. Lo vediamo anche in questi giorni con conseguenze drammatiche», ha rimarcato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. (Corriere Roma)

Lo ha detto l’autopsia: prima un arresto cardiaco nello studio Procopio che l’ha portata al coma irreversibile, poi la morte in ospedale, al Sant’Eugenio, sempre per arresto cardiaco. Perché ci sarebbe una situazione macroscopica di dubbia natura che ha portato i medici a disporre - oltre agli esami che chiariranno il tipo di sostanze e le possibili reazioni che hanno fatto sentire male la 22enne a inizio operazione - un esame istologico per confermare o escludere una malformazione congenita a livello cardiaco. (ilmessaggero.it)