Il prezzo del grano crolla, quello di pane e pasta, no

Il prezzo del grano crolla, quello di pane e pasta, no
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Panorama ECONOMIA

Il grano duro italiano scomparirà? Sicuramente soffre e tanto, ma il prezzo della pasta nei nostri piatti resta alto. Il calo di 16 euro a tonnellata del grano duro questa settimana ha portato le quotazioni alla Borsa Merci di Foggia al livello più basso degli ultimi quattro anni. Crollo storico. E in gran parte d’Italia gli agricoltori rischiano ormai di produrre in perdita. Si smetterà di seminare e mietere, rinunciando a una delle materie prime più caratteristiche del Made in Italy e base di uno dei piatti più rappresentativi del nostro Paese? E perché il costo della pasta nei negozi non scende? “E’ una speculazione legale derivante dal fatto che la domanda è sempre alta, nonostante ormai si arrivi anche a 3 euro al chilogrammo”, spiega Furio Truzzi presidente di Assoutenti. (Panorama)

Se ne è parlato anche su altri media

“È uno scenario sconfortante, tutto al ribasso: assieme alla quotazione, infatti, scendono le rese per ettaro a causa della siccità, sono diminuite le superfici coltivate, è in picchiata la redditività per i nostri cerealicoltori, insomma diminuisce tutto tranne i costi di produzione che aumentano e costringono gli agricoltori a produrre in perdita, accumulando debiti”, dichiara Angelo Miano, presidente di CIA Agricoltori Italiani di Capitanata, l’area italiana in cui si produce di gran lunga la maggiore quantità di grano duro italiano. (lanotiziaweb.it)

FOGGIA – Scende ancora la quotazione del FINO e anche per altre tipologie di grano duro, quotati il Biologico e il Buono Mercantile, torna a essere quotato il Mercantile. Il tenero non è quotato. Il Fino perde 16 euro a tonnellata. (Agricultura.it)

Poco più del costo di due pizze. Con l’ultimo calo di 16 euro a tonnellata, la valutazione di mercato del grano duro (quotazione alla Borsa Merci di Foggia di mercoledì 10 luglio 2024) è arrivata a 315-320 euro per il Fino e a 305-310 per il Buono mercantile. (Corriere della Sera)

Produzione del grano duro ancora giù in Toscana (-15%)

Angelo Miano, presidente di CIA Agricoltori Italiani di Capitanata, esprime preoccupazione per il settore: “È uno scenario sconfortante con tutte le variabili in ribasso: oltre alle quotazioni, le rese per ettaro sono diminuite a causa della siccità, le superfici coltivate sono ridotte e la redditività per i cerealicoltori è in picchiata, mentre i costi di produzione continuano a crescere, mettendo a rischio la sostenibilità economica”. (StatoQuotidiano.it)

Grano duro, prevale ancora la tendenza ribassista Situazione di campagna che va delineandosi con rese/ha in aumento e qualità in discesa, da Sud a Nord, con aree del Nord fortemente colpite da Fusarium e con livelli tossinici ben oltre i limiti di legge. (Terra è vita)

I buoni raccolti dei cerealicoltori di Grosseto, Siena, Arezzo e della costa livornese non riusciranno a compensare i cali produttivi del resto della regione dovuti principalmente alla riduzione delle superfici coltivate causate da un andamento meteorologico per nulla complice con tanta pioggia nel momento della semina tra novembre e dicembre. (gonews)