Luca Lucci, capo ultrà del Milan, arrestato per tentato omicidio
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Luca Lucci, noto capo ultrà della Curva Sud del Milan, è stato arrestato per la terza volta in due mesi. Le accuse a suo carico sono gravi e variegate: associazione per delinquere, detenzione e cessione di droga, e, più recentemente, tentato omicidio. Il 30 settembre, Lucci è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Doppia Curva", che ha portato alla luce i legami tra esponenti della Curva Sud e ambienti della criminalità organizzata calabrese, dimostrando un preoccupante avvicinamento tra delinquenza da stadio e 'ndrangheta. Il 18 novembre, un'ulteriore misura cautelare è stata emessa nei suoi confronti per un'indagine su un maxi traffico di droga.
L'ultimo arresto, avvenuto il 2 dicembre, riguarda il tentato omicidio di Enzo Anghinelli, avvenuto il 12 aprile 2019 a Milano. Lucci, già detenuto a Voghera, è accusato di essere il mandante dell'agguato, mentre uno dei presunti autori materiali, Daniele Cataldo, è stato fermato il 17 ottobre 2024 dalla Squadra mobile di Milano. Le indagini hanno rivelato un solido movente per l'uccisione di Anghinelli, legato a dinamiche interne al mondo degli ultras milanisti.
La figura di Lucci, già nota alle cronache per i suoi legami con esponenti politici di rilievo, come l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, è emblematica di un fenomeno più ampio e inquietante. L'inchiesta "Doppia Curva" ha infatti messo in luce come la Curva Sud del Milan sia diventata un terreno fertile per attività criminali, con episodi di aggressioni ed estorsioni che vedono coinvolti non solo tifosi, ma anche membri della criminalità organizzata.
Le autorità giudiziarie, nel corso delle indagini, hanno sottolineato l'estrema pericolosità del gruppo capeggiato da Lucci, che può avvalersi di legami di rilevante spessore con la 'ndrangheta.