Lo sfogo dei lavoratori Barry Callebaut: "Siamo tutti lontani dalla pensione, con mutui e figli"

Lo sfogo dei lavoratori Barry Callebaut: "Siamo tutti lontani dalla pensione, con mutui e figli" La storia di Juri Minghini, 49 anni, è quella di tanti di Verbania. Da tempo, 16 anni, lavora alla Barry Callebault e la notizia della chiusura della fabbrica entro marzo 2025 è una di quelle notizie che ha tolto il sonno. "Siamo quasi tutti con un'età molto lontana dalla pensione, con mutui e figli. La fabbrica ha sempre lavorato al massimo, la produzione è in crescita eppure ci chiudono. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altre testate

Ivan Axerio, 48 anni da 15 assunto alla Barry Callebaut di Intra e voce delle Rsu: "E' stato un fulmine a ciel sereno perché la produzione nello stabimento di Verbania non si è mai fermata, i contratti a tempo determinato sono stati di recenti rinnovati. (La Stampa)

Della prima si parlerà stamattina: alle 11 all’Unione industriale Vco si terrà un primo incontro con i sindacati per valutare con quali ammortizzatori sociali accompagnare gli addetti verso un altro impiego o verso la fine della carriera. (La Repubblica)

Parole grosse sono volate al termine del primo incontro - interlocutorio - tra il direttore delle risorse umane di Barry Callebaut Italia Alessio Macrì e Alberto Virgili, responsabile dell’ufficio sindacale della locale sezione di Confindustria, e i rappresentanti dei lavoratori dell… (La Stampa)

La “Manchester del Lago Maggiore” è un vecchio ricordo: a Verbania resiste solo Plastipak

Lo fanno sapere i sindacati, secondo cui lo sciopero proseguirà a oltranza per tutte e otto le ore di turno. La decisione è arrivata in seguito all'annuncio della multinazionale di chiudere lo stabilimento piemontese entro marzo 2025. (QuiFinanza)

Barry Callebaut: lunedì mattina presso l’Unione Industriale a Verbania l’incontro tra i vertici dell’azienda e le parti sociali. (VCO AZZURRA TV)

La notizia della decisione di Barry Callebaut di chiudere la fabbrica di cioccolato di Intra porta alla conclusiva desertificazione dell’industria manifatturiera nella località che sul finire dell’Ottocento veniva definita la «piccola Manchester d’Italia» per gli opifici che ospitava. (La Stampa)