Morto Raffaele La Capria, il napoletano che amava Roma

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

La maturità di La Capria ha avuto Roma come palcoscenico, visto che parliamo di un protagonista indiscusso della storia letteraria e cinematografica del dopoguerra.

Ilaria Occhini amava la terrazza, come scrisse in La bellezza quotidiana (Rizzoli 2016) , con «un panorama di cupole e tetti fino al Gianicolo, fino alla statua di Garibaldi sul cavallo».

Addio a La Capria, che capì Roma veramente, e si legò a lei come fece con sua moglie Ilaria

La Capria amava Roma, come raccontò nel libro confessando lo stupore intatto per «le piazze con le statue grandiose nel gesto» o «le mura arancioni illuminate di sole». (Corriere Roma)

Ne parlano anche altri media

Su Repubblica Napoli: “Il vero intellettuale è critico della società in cui vive, deve avere il coraggio di non essere amato da tutti e di essere lontano da tutto ciò che è istituzionalizzato. Oggi Repubblica Napoli pubblica un bellissimo scritto di Domenico De Masi di cui riportiamo due estratti. (IlNapolista)

D'altronde è stato La Capria a parlare di classe digerente per quel che riguarda Napoli e l'Italia. Una città di mare senza mare, insomma (Fanpage.it)

Riposerà, fa sapere la famiglia, "nel Cimitero degli artisti, accanto alla moglie Ilaria Occhini". Leggi anche:. Alla soglia dei 100 anni si spegne Raffaele La Capria, cittadino onorario del Comune di Positano (Il Vescovado Costa di Amalfi)

Riposerà, fa sapere la famiglia, "nel Cimitero degli artisti, accanto alla moglie Ilaria Occhini" (RagusaNews)

“Ferito a morte”. E oggi ci tocca leggere che è stato cantore di Napoli. C’è qualcosa che lega Massimo De Luca (il protagonista di “Ferito a morte”) a Lorenzo Insigne? (IlNapolista)

Un clima che da Roma o da Napoli ricreavano ad Arezzo, sullo sfondo dei prati e dei vigneti della dimora di famiglia. Innamorato di Positano e dei suoi colori, è chiaro che ad Arezzo si sentiva un pesce fuor d’acqua. (LA NAZIONE)