Dai Ceo agli operai: la classifica delle retribuzioni medie in Italia

Con in media una retribuzione annua lorda (Ral) di 44.893 euro nel 2023, l’Italia si colloca al 21esimo posto per quanto riguarda i salari medi. Secondo i dati diffusi dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, le retribuzioni in Italia sono cresciute, in media dell1,8% sul 2022 e del 7,5% rispetto al 2015. Dai dati dell’ultimo JP Salary Outlook – studio semestrale dell’Osservatorio JobPricing – emerge una chiara fotografia dello stato dell’arte delle retribuzioni in Italia. (Business People)

La notizia riportata su altri giornali

Esortano a un approccio consapevole dei punti di forza dell’Italia, il più possibile distante da visioni partigiane - inclini a selezionare i dati più sconfortanti per dipingere scenari apocalittici o a cogliere soltanto quelli positivi per tratteggiare un Paradiso in terra - e infine volto a guardare al di là della mera contingenza per riflettere invece sulle sfide future. (L'Eco di Bergamo)

L'Italia è al 21esimo posto nella classifica dei 36 Paesi Ocse per i salari medi annui con 44.893 euro, ben lontana dal podio conquistato da Islanda, Lussemburgo e Stati Uniti ma anche al di sotto di Austria, Germania e Francia. (leggo.it)

Salari reali ancora inferiori al pre-pandemia, gender gap, disoccupazione in calo e contratti collettivi rinnovati in aumento. Sono queste le novità sottolineate nella nota sull’Italia dell’Emploment Outlook 2024 che fotografa lo stato di salute del nostro mercato del lavoro. (Corriere della Sera)

Stipendi: Italia maglia nera, -6,9% dal 2019

SEDE DI LAVORO: Perugia Luogo di lavoro: SPOLETO (PG) (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Questo è il dato fornito dall’Ocse. Pur sottolineando che “i salari reali hanno recuperato i livelli pre-2020 solo su 19 dei 35 Paesi Ocse”, con un aumento medio del 3,5%, nel suo Employement outlook 2024 l’organizzazione parigina assegna al Belpaese la maglia nera nell’area euro (-2% la Germania, +0,1% la Francia) e ci colloca al terzultimo posto in classifica davanti soltanto alla Repubblica Ceca e Svezia. (Il Diario del Lavoro)

Nonostante i recenti notevoli miglioramenti, l’Italia è ancora indietro rispetto a molti altri Paesi OCSE in termini di occupazione femminile e giovanile, dove sono necessari ulteriori progressi per coprire il numero relativamente elevato di posti di lavoro vacanti. (Wall Street Italia)