Cambiamenti nel panorama salariale italiano: uno studio approfondito

L'Italia si colloca al 21° posto su 34 Paesi OCSE per salari medi annui. Secondo i dati dell’OCSE, il salario medio annuo dell’Italia è di €44.893. Nonostante un aumento del 1,8% nel 2023 rispetto al 2022 e del 7,5% rispetto al 2015, l'Italia rimane al di sotto di Paesi come Austria, Belgio, Germania e Francia.

Questo aumento, seppur lieve, non può essere esaminato in modo isolato. Sono diversi i fattori che influenzano le variazioni salariali. Ad esempio, gli operai hanno registrato l'aumento di Ral più significativo, ma i Ceo sono i più pagati del mercato, guadagnando 9 volte più degli operai.

Un altro aspetto da considerare è l'inflazione. Secondo l’Employment Outlook 2024, nel primo trimestre dell’anno i salari reali italiani erano inferiori del 6,9% rispetto a prima della pandemia. Nonostante il rallentamento della spinta inflazionistica, l'Italia è il Paese che ha registrato il maggior calo dei salari reali, quelli parametrati al costo della vita, segnando una grossa perdita di potere d’acquisto per i lavoratori.

I nuovi sussidi che hanno sostituito il reddito di cittadinanza, sono stati oggetti di non poche critiche. Esperti suggeriscono che l’ Adi sia esteso a tutta la popolazione a rischio di povertà e con limitate prospettive di lavoro.

Nonostante l'occupazione in Italia cresca a livelli record, il grande problema restano i salari. L'Italia è al 21esimo posto nella classifica dei 36 Paesi Ocse per i salari medi annui con 44.893 euro, ben lontana dal podio conquistato da Islanda, Lussemburgo e Stati Uniti ma anche al di sotto di Austria, Germania e Francia. Eppure l'aumento c'è: rispetto al 2022 la Ral (Retribuzione Annuale Lorda) è cresciuta dell'1,8%. Si tratta però di un aumento che deve essere considerato nel suo contesto dato il numero di elementi che influenzano le variazioni salariali.

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