L’Italia continua la sua crisi salariale, conferma OCSE

L’Italia continua la sua crisi salariale, conferma OCSE
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PRESSENZA – International News Agency ECONOMIA

(riceviamo e pubblichiamo dalla agenzia stampa Interris.it) L’Italia continua la sua crisi salariale, come confermato dai dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Nonostante il record di occupazione registrato negli stati dell’area sia ora ai massimi storici, i salari reali in Italia sono in calo. Nel 2023, l’Italia ha registrato un calo del 6,9% rispetto al 2019. (PRESSENZA – International News Agency)

La notizia riportata su altre testate

Secondo l’Ocse, l’Italia è al 21esimo posto (su 34 Paesi) per quanto riguarda i salari medi annui, pari a 44.893 euro. Nel 2023, la Ral (retribuzione annua lorda) media è aumentata dell'1,8% rispetto al 2022. (Sky Tg24 )

Uno slancio che però mostra dei rallentamenti da non sottovalutare, perché la forte inflazione influisce ancora molto sugli stipendi dei lavoratori. Nel nostro Paese i salari al netto dell’inflazione segnano -6,9% rispetto al 2019 (Metropolitano.it)

Perché a guardare con attenzione si scorgono i settori dove c’è maggior movimento: anche nel senso della crescita degli stipendi. Con dovizia di numeri e dettagli di grande interesse però. (Open)

Sul lavoro più fiducia senza eccessi di ottimismo

Anche tra i grandi protagonisti dell’economia globale i rapporti di forza corrono sui binari tradizionali. La crescita del Pil mondiale sarà anche quest’anno intorno al 3%, cioè nello stesso ordine dell’anno scorso, con una media dell’1,5% nei paesi industrializzati e del 3,9% nei paesi emergenti. (ilmessaggero.it)

Con in media una retribuzione annua lorda (Ral) di 44.893 euro nel 2023, l’Italia si colloca al 21esimo posto per quanto riguarda i salari medi. Secondo i dati diffusi dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, le retribuzioni in Italia sono cresciute, in media dell1,8% sul 2022 e del 7,5% rispetto al 2015. (Business People)

Le parole del numero uno di Palazzo Koch suggeriscono un metodo di lettura della realtà economica di cui oggi dovrebbe far tesoro tutta la classe dirigente del nostro Paese. (L'Eco di Bergamo)