La strada obbligata per l'Europa, dopo la vittoria di Trump
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Il trionfo di Donald Trump coglie l’Unione europea nel suo momento di massima debolezza. Due anni e mezzo di guerra alle frontiere non sono bastati ai governi del continente ad assemblare un embrione credibile di difesa comune. Quasi duecento miliardi di euro impegnati per l’Ucraina non stanno bastando a scacciare lo spettro di una sconfitta. Quanto alla crescita, viaggia poco sopra lo zero soprattutto nelle sue economie più importanti. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Ok, ok, la vittoria è un salvacondotto, la volontà popolare assolve ogni cosa e oggi, se proprio vogliamo tormentarci, facciamo un bel dibattito su quanto "la sinistra" (categoria sufficientemente ampia, ormai, da tenere dentro molte specie di cose diverse) abbia perso contatto con la realtà della gente e sia concentrata sui diritti civili, bellissima cosa ma qui c'è da riempire il carrello della spesa e bla bla. (L'HuffPost)
Era l’elezione più attesa di questo anno elettorale eccezionale in cui hanno votato i paesi chiave nello scacchiere mondiale in cerca di un nuovo equilibrio. Dopo le delicatissime e dall’esito incerto elezioni europee. (Tiscali Notizie)
Il nuovo presidente ha ricevuto offerte di preghiere e congratulazioni da tanti leader religiosi, a partire dal presidente della Conferenza episcopale statunitense, l’arcivescovo Timothy Broglio. I vescovi statunitensi al presidente Trump: ‘Gli insegnamenti della Chiesa rimangono immutati’ (Diocesi di Lecce)
Paolo Magri Alessia De Luca (Corriere TV)
La nuova geografia elettorale rivela questo: Manhattan, più bianca e più ricca, rimane saldamente a sinistra; ma è accerchiata dai «borough» (quartieri) più multietnici e operai come Bronx e Queens dove l’avanzata repubblicana è consistente. (Corriere della Sera)
Aspetti principali Immigrazione: Jason Miller, uno dei principali consiglieri di Trump, ha dichiarato alla Nbc che Trump intende ripristinare le politiche di frontiera già attuate durante il suo primo mandato e poi abrogate dal presidente Joe Biden, come il programma “Remain in Mexico”, che obbligava i richiedenti asilo ad attendere in Messico mentre le loro domande erano in esame. (Forbes Italia)