Gioventù meloniana
Per tentare di comprendere – per poi valutare – tutta la portata di quello che Fanpage con la sua inchiesta, sulla “Gioventù Nazionale”, ha fatto affiorare, conviene forse prendere a prestito le categorie interpretative messe a punto da Carlo Galli nel suo ultimo prezioso saggio su La destra al potere (2024). Nello spiegare come la vitalità crescente delle destre, in Italia e in tutta Europa, sia l’esito delle contraddizioni sempre più laceranti interne al neoliberismo, che in questa maniera «si corazza», riprende e sviluppa il concetto di afascismo, fra l’altro utilizzato in un recente saggio scritto a quattro mani anche da Nadia Urbinati e Gabriele Pedullà, dal titolo Democrazia afascista (2024). (La Fionda)
Ne parlano anche altri media
Sono in arrivo i primi provvedimenti di Fratelli d’Italia dopo l’inchiesta di Fanpage che ha scoperchiato le nostalgie fasciste, l’antisemitismo e i richiami al nazismo all’interno di Gioventù nazionale, il movimento giovanile del partito. (Il Fatto Quotidiano)
Su Youtube, il canale indipendente VisualRevolver, dedicato ai temi della cultura visiva e dell'attualità, ha analizzato il video in questione da un punto di vista strettamente comunicativo, cercando di evidenziarne gli aspetti più controversi e meno convincenti. (il Giornale)
Come riporta l’Ansa, alla riunione ha partecipato anche la senatrice Liliana Segre in collegamento da remoto. La Commissione Segre acquisisce i video dell’inchiesta giornalistica realizzata da Fanpage sui membri di Gioventù Nazionale. (Virgilio Notizie)
L'indagine mostra l'uso di un linguaggio nostalgico da parte dei militanti ma anche insulti razzisti, antisemiti e contro le persone con sindrome di Down (LAPRESSE)
“Ecco un’immagine che sintetizza l’attenzione alle periferie promessa da Decaro. Un uomo che si accovaccia in corso Italia e fa i suoi bisogni alla luce del sole. Questo è il degrado in cui devono vivere i residenti delle periferie? Questa è la continuità firmata PD?”. (Il Giornale d'Italia)
Ci ha messo otto giorni. Ma alla fine Meloni si è convinta di essere tenuta a un chiarimento senza le distinzioni che hanno accompagnato tutti i suoi precedenti, dalla lettera al Corriere della Sera in occasione del 25 aprile 2023, a oggi. (La Stampa)