I racconti choc dal Kursk: "La ritirata un massacro". Zelensky spinge l’esercito

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il Giornale ESTERI

Nei mesi scorsi sia il presidente Zelensky che il Comandante in capo dell'esercito Syrskyj avevano chiesto esplicitamente ai soldati in guerra di evitare la pubblicazione di messaggi sui social. Ufficialmente per non fornire un vantaggio al nemico, in realtà per evitare che uscissero in rete notizie scomode o dissonanti con la narrazione di Kiev. Le raccomandazioni sono servite a ben poco, anche perché migliaia di ragazzi utilizzano Facebook o Instagram fin dall'inizio del conflitto per tenersi in contatto con le famiglie, o semplicemente per dire a chi soffre da casa «sono ancora vivo». (il Giornale)

Su altri giornali

A metà febbraio, le forze russe erano avanzate fino a una decina di chilometri dalle principali vie di rifornimento dell'Ucraina verso Sudzha, il che ha consentito loro di colpire le strade con sciami di droni, molti dei quali collegati a cavi in ​​fibra ottica ultrasottili e dunque immuni alle interferenze nemiche. (Corriere del Ticino)

Il ministero della Difesa ucraino ha confermato il ritiro da Sudzha, la città principale del Kursk occupata dalle forze di Kiev per mesi, da poco tornata sotto il controllo russo, con grande soddisfazione del Cremlino che ha rivendicato anche la riconquista di due villaggi limitrofi. (la Repubblica)

L’emittente britannica Bbc ha ricevuto resoconti dettagliati dalle truppe ucraine, che raccontano di un ritiro "catastrofico" di fronte a un fuoco pesante dell’esercito russo, con continui attacchi da parte di sciami di droni. (Liberoquotidiano.it)

"Secondo la legge russa, tutti i soldati ucraini, in particolare i mercenari stranieri, che si trovano sul nostro territorio e hanno commesso attacchi contro la popolazione civile, saranno classificati dalla legge come terroristi", ha affermato Putin. (Liberoquotidiano.it)

C’erano giorni che era impossibile evacuare anche i feriti gravi o fare arrivare munizioni indispensabili: le strade erano intransitabili», ci hanno costantemente detto i soldati ucraini impegnati nel Kursk (Corriere della Sera)

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