'Ndrangheta, il cartello storico tra Molè e Piromalli. Alleanza e rottura. Ecco chi è Rocco Mol
Lo ha rivelato il capo della Procura DDA di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura a Reggio Calabria per illustrare i dettagli sull'operazione «Nuova Narcos Europea»
Lo conferma anche l’inchiesta odierna della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, coordinata dall’aggiunto Calogero Paci ed eseguita dal personale della polizia di Stato di Reggio Calabria diretto dal questore Bruno Megali. (Gazzetta del Sud - Edizione Reggio Calabria)
Ne parlano anche altre testate
Non è bastata infatti la parentesi con Libera di don Ciotti per recidere i legami con la famiglia, per allontanarlo da quelle dinamiche e fargli cambiare vita. "A questo giovane la 'nrangheta ha confiscato la vita", sono le parole, durissime, di don Ciotti a La Stampa. (Today)
Lo era stato anche per il giovane Rocco Molè, classe 95, ma senza l’esito sperato. Doveva diventare il capo, Rocco Molè. (Corriere della Calabria)
Ha ricoperto un ruolo a 360 gradi nonostante la giovane età che il blasone di appartenenza gli ha consentito di continuare – “Questa è stata una cosca che è riuscita a portare in Italia oltre una tonnellata di cocaina. (Quotidiano online)
Il clan Molè, secondo la Dda reggina, si sarebbe allargato nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia, dove avrebbe impiantato i metodi classici della ‘ndrangheta, con mire espansionistiche sulla Svizzera (Approdo Calabria)
Chi lo ha visto a Torino, all’opera nel progetto «Liberi di scegliere» governato dall’associazione Libera contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti, dice che era un ragazzo intelligente. (La Stampa)
Prima di diventare il capo incontrastato di una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta del mondo, egemone nella piana di Gioia Tauro, snodo del traffico internazionale di cocaina, Rocco Molè, 26 anni, terza, forse quarta, generazione di un casato mafioso che ha scritto la storia della più potente organizzazione criminale del mondo, aveva trascorso tre mesi a Torino con l’associazione Libera contro le mafie (La Stampa)