Chirurgia plastica, la sicurezza prima di tutto
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Recenti episodi di cronaca nera hanno portato alla luce gravi carenze in termini di sicurezza in alcuni ambulatori di chirurgia plastica, dove interventi apparentemente di routine si sono trasformati in tragedie. Roy De Vita, primario di chirurgia plastica e ricostruttiva all'Istituto tumori Regina Elena di Roma, ha sottolineato l'importanza di scegliere strutture attrezzate e sicure per qualsiasi tipo di intervento, dalla rinoplastica alla liposuzione.
Il caso di Agata Margaret Spada, una giovane di 22 anni proveniente da Lentini, in provincia di Siracusa, è emblematico. La ragazza, desiderosa di correggere una piccola imperfezione al naso, si era affidata a un chirurgo pubblicizzato sui social media. Tuttavia, l'intervento, eseguito in un ambulatorio di un centro medico nella zona Eur di Roma, si è rivelato fatale. La giovane è deceduta il 7 novembre, dopo giorni di agonia.
Il chirurgo responsabile, Marco Antonio Procopio, laureato in Romania presso l'università di "Vasile Goldis" di Arad, è ora indagato per omicidio colposo. L'inchiesta, condotta dalla Procura di Roma, ha portato al sequestro dello studio medico, dove i sigilli sono stati occultati con un cartello recante la scritta "Lavori in corso". I carabinieri del Nas hanno avviato le indagini per fare luce sulle responsabilità e sulle eventuali negligenze che hanno portato alla morte della giovane.
De Vita ha ribadito la necessità di informare adeguatamente i pazienti sui rischi connessi a qualsiasi intervento chirurgico, anche quelli considerati di routine.