Gaza, nuovi raid su Khan Younis e Gaza City: decine di vittime tra cui donne e bambini

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ESTERI

Mentre i palestinesi setacciano le macerie di un’abitazione colpita da un attacco aereo israeliano a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, il bilancio delle vittime continua a salire. L’offensiva, ripresa il 18 marzo dopo due mesi di relativa tregua, ha provocato almeno 28 morti, secondo quanto riferito dal ministero della Salute locale, controllato da Hamas. Tra loro, come spesso accade in questa guerra asimmetrica, molte sono le vittime civili: donne e bambini, schiacciati sotto le macerie delle loro case o colpiti mentre cercavano riparo.

Nell’area settentrionale di Jabaliya, un raid ha centrato una stazione di polizia, uccidendo almeno nove persone. L’esercito israeliano, da parte sua, giustifica l’operazione affermando di aver colpito un centro di comando congiunto di Hamas e della Jihad Islamica, accusati di utilizzare infrastrutture civili come scudo per le proprie attività militari. Ma a Gaza City, nel quartiere Sheikh Radwan, le immagini mostrano un’altra scena di distruzione: sei membri della stessa famiglia, tra cui quattro bambini, sono morti quando un missile ha raso al suolo la loro abitazione.

A Khan Younis, città già martoriata da mesi di bombardamenti, altri tre attacchi hanno causato la morte di sette persone, tra cui una madre e i suoi due figli. Le operazioni di soccorso, ostacolate dalla carenza di mezzi e dall’interruzione delle comunicazioni, procedono a fatica, mentre i feriti – molti in condizioni critiche – affollano gli ospedali già al collasso.