Paradiso perduto del Permiano: "Orme di 280 milioni di anni fa"
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PIATEDA (Sondrio) Un’istantanea scattata nella roccia 280 milioni di anni fa è tornata visibile e ha restituito le immagini di un paradiso perduto, nel Parco delle Orobie Valtellinesi che oggi si trova a quasi 3mila metri di quota, ma nel Permiano (l’ultimo periodo dell’Era Paleozoica) si trovava sulle sponde di un grande lago. Sull’arenaria finissima come sullo schermo di un telefonino di ultima generazione i peleontologi hanno ritrovato le forme di anfibi, rettili, piante e semi, impronte di pelle e addirittura gocce di pioggia fossilizzate, rimaste impresse nel limo che poi si è trasformato in roccia arrivando fino a noi. (IL GIORNO)
Ne parlano anche altri media
Orme di anfibi e rettili , ma anche piante , semi , impronte di pelle e persino gocce di pioggia : è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria , quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio (L'Eco di Bergamo)
Un intero ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria a grana finissima, che hanno conservato dettagli inimmaginabili, è rimasto nascosto fra le vette alpine per 280 milioni di anni. (Prima la Valtellina)
Il sito è stato individuato per caso dall'escursionista Claudia Steffensen di Lovero (Sondrio) e documentato dal fotografo naturalista Elio Della Ferrera. Le tracce scoperte risalgono al Permiano, l'ultimo periodo dell'Era Paleozoica e ora i primi reperti, recuperati a 3. (Sky Tg24 )
Le interviste a Cristiano Dal Sasso, paleontologo dei vertebrati presso il Museo di Storia Naturale di Milano, e a Chiara Fabi, responsabile dell'Unità di coordinamento scientifico del Museo di Storia Naturale, dell'Acquario e del Planetario (IL GIORNO)
Un intero ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria a grana finissima, che hanno conservato dettagli inimmaginabili, è rimasto nascosto fra le vette alpine per 280 milioni di anni. (LAPRESSE)
Il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai scoprono un sito paleontologico nel cuore del Parco delle Orobie. Impronte di dita sottilissime, scie di lunghe code flessuose, increspature di onde sulle rive di antichi laghi e gocce di pioggia cadute sul fango scoperte per la prima volta da un’escursionista di Lovero. (La Provincia Unica TV)