Sinner spietato, Berrettini lotta ma si arrende: il numero 1 avanti a Wimbledon

Nel secondo turno di Wimbledon , Slam in corso di svolgimento sui campi in erba dell'All England Club, il derby azzurro tra Jannik Sinner e Matteo Berrettini va al numero uno al mondo che, dopo aver superato all'esordio il tedesco Hanfmann , ha battuto in quattro set (tre decisi al tie-break) il connazionale con il punteggio di 7-6 7-6 2-6 7-6 in 3 ore e 46 minuti di dura battaglia. Il 22enne di San Candido vola ai sedicesimi di finale e giocherà contro il serbo Miomir Kecmanovic , numero 52 del ranking Atp , che ha vinto in cinque set contro Griekspoor . (Tuttosport)

La notizia riportata su altre testate

Sinner conquista il secondo successo in altrettanti confronti diretti con Berrettini. (Adnkronos) – (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Sapevo che avrei dovuto aumentare il mio livello contro Berrettini, è uno specialista dell’erba, ha fatto una finale qui. Per me è stata una sfida, sono contento di come ho gestito le situazioni. (LiveTennis.it)

Tra le donne in campo Jasmine Paolini, contro la belga Minnen. Aprirà la giornata il doppio, con gli italiani Bolelli e Vavassori, in campo contro Heliovaara e Patten. (La Gazzetta dello Sport)

Wimbledon, Berrettini: «In alcuni frangenti ho giocato meglio di Sinner»

«In alcuni frangenti ho giocato meglio di Sinner»: Matteo Berrettini, pur sconfitto da Jannik Sinner (6-7, 6-7, 6-2, 6-7) a Wimbledon, ha visto nel match segnali positivi nel suo recupero per il ritorno nelle parti alti della classifica Atp dopo gli infortuni che per mesi lo hanno tenuto fermo. (Corriere TV)

Ha vinto il 22enne di Sesto Pusteria che ha dimostrato di essere davvero il numero uno del mondo (40esima vittoria in questo 2024) battendo la miglior versione del 28enne romano vista da parecchio tempo a questa parte. (SuperTennis)

Una partita in un certo senso storica per i colori azzurri. È stato uno spettacolo memorabile, che ha onorato il Centrale di Wimbledon, il tempio del tennis, il campo più glorioso. (Il Fatto Quotidiano)