L’assassinio di Nasrallah e il futuro del Medio Oriente
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Hasan Nasr Allah, leader degli Hezbollah libanesi, è stato assassinato il 27 settembre 2024 dalle forze di difesa israeliane (IDF). Hezbollah, sostenuto dall’Iran, esercita un grande potere in Libano, ma Hassan Nasrallah conduceva una vita ritirata per evitare di essere assassinato dal principale nemico del suo gruppo, Israele. L’uomo più potente del Libano e l’unico nel piccolo Paese mediterraneo con il potere di scatenare una guerra, è stato ucciso all’età di 64 anni durante un’ondata di attacchi israeliani contro il principale bastione di Hezbollah a sud di Beirut (Storia in Podcast)
La notizia riportata su altri giornali
Nella notte tra il 30 settembre e il 1 ottobre 2024 varie unità delle forze armate israeliane (non se ne conosce il numero esatto ma fanno parte probabilmente delle forze speciali) avrebbero effettuato alcune sortite di terra nella parte meridionale del territorio del Libano, nonostante l'ONU e la diplomazia internazionale continuino a cercare di arrivare a una tregua. (Geopop)
Raid israeliani nella notte anche sulla Siria, con i media locali che riportano notizie di vittime a Damasco Il gabinetto di guerra di Tel Aviv parla di blitz limitato nel tempo e nello spazio, che non punta a occupare il sud del Paese confinante. (ilgazzettino.it)
Dopo il trascorrere di diversi giorni segnati dagli attacchi aerei mirati contro Beirut e nel Libano meridionale, il governo di Tel Aviv ha annunciato che il proprio esercito aveva avviato una serie di «incursioni terrestri limitate, localizzate e mirate» contro Hezbollah (ilmessaggero.it)
Se qualcuno sperava che l’uccisione del capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, avvenuta durante un raid dell’aviazione israeliana su Beirut, in Libano, avrebbe messo fine alla guerra, allora resterà deluso. (LA NOTIZIA)
Un colpo all’egemonia di Hezbollah attraverso una strategia militare che unisce bombardamenti a tappeto e distruzione dei luoghi di Hezbollah, omicidi mirati, creazione di un esodo interno, cambio di percezione tra i sostenitori e polarizzazione dei detrattori. (Fanpage.it)
Nei cieli di Beirut non si cerca un segno di Dio, ma l’elica di un drone israeliano. Guardare verso l’alto assume così un senso nuovo, di fatale rassegnazione. (il manifesto)