Strage del bus sull’Acqualonga, la Cassazione conferma la condanna a Castellucci: «Finalmente giustizia»
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«Non me l’aspettavo, mi avevano detto che tanto sarebbe andata male, che non c’erano speranze». Alba Lanuto, che nella strage del bus perse la madre Luisa Rocco, oggi guarda i notiziari con un misto di sollievo e incredulità. «Da questa mattina con mia figlia cerchiamo aggiornamenti sull’esito del processo. E ora, all’improvviso, arriva una sentenza che aspettavamo da anni». Sua madre, una delle 40 vittime del disastro del 28 luglio 2013 sull’A16 Napoli-Canosa, morì proteggendo con il suo abbraccio la nipote Arianna.
Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, finirà in carcere dopo che i giudici della quarta sezione penale della Cassazione hanno confermato la condanna a sei anni per omicidio colposo e disastro colposo. Il manager, ritenuto responsabile delle carenze nella manutenzione del viadotto dell’Acqualonga – dove l’autobus precipitò nel territorio di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino – si è detto pronto a costituirsi.
La sentenza, definitiva, riapre il dibattito sulle responsabilità nella gestione delle infrastrutture stradali. «Crediamo che non possa essere l’unico a pagare», ha aggiunto Lanuto, sottolineando come il caso possa rappresentare un precedente per altre tragedie legate alla viabilità. C’è chi, come il portale Positanonews, solleva interrogativi sulle possibili negligenze dell’ANAS, citando i rischi lungo la Statale 163 tra Sorrento e Positano, dove un incidente con un bus carico di turisti avrebbe potuto avere esiti simili.