Spionaggio russo in Italia, due imprenditori lombardi sotto inchiesta

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INTERNO

In un'Italia che si dimostra ancora una volta vulnerabile alle operazioni di spionaggio russo, emergono nuovi dettagli su un'inchiesta che coinvolge due imprenditori lombardi, accusati di aver fornito informazioni sensibili ai servizi di intelligence di Mosca. Secondo la Procura della Repubblica di Milano, i due avrebbero trasmesso dati su telecamere di sorveglianza a Milano e Roma, mappando le aree cittadine non coperte, oltre a documentazione classificata e fotografie di installazioni militari.

L'indagine, condotta dal Ros dei carabinieri, ha rivelato che i due imprenditori erano stati adescati tramite canali su Telegram e ricevevano compensi in criptovalute per le loro attività illecite. Uno dei due, preoccupato per la moglie residente in Moldavia, avrebbe chiesto informazioni sul futuro della guerra in Ucraina, ricevendo rassicurazioni dai suoi contatti russi.

Il 14 marzo 2024, uno dei sospettati riceveva un messaggio da un presunto membro del Fsb, il servizio segreto russo, che prometteva il pagamento in criptovalute per le informazioni fornite. Questo episodio, insieme ad altri elementi raccolti dagli inquirenti, ha portato all'accusa di corruzione aggravata dalla finalità di terrorismo ed eversione.

L'inchiesta mette in luce la facilità con cui agenti russi riescono a infiltrarsi nel tessuto economico e sociale italiano, sfruttando le debolezze del sistema di sicurezza nazionale.