Le mani della ‘ndrangheta sul turismo: in Calabria giro d’affari da 125 milioni di euro
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È pari a 125 milioni, in Calabria, il giro d'affari della criminalità organizzata derivante dall'infiltrazione nell'economia legale del settore turistico. È quanto emerge da uno studio realizzato da Demoskopika secondo cui a livello nazionale la… (Il Vibonese)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Emerge dallo studio di Demoskopika che ha misurato il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata sulla base di alcuni indicatori ritenuti “sensibili” ai fini della ricerca: imprese turistiche (alberghi e ristoranti) confiscate alla criminalità organizzata, segnalazioni di operazioni finanziarie sospette comprendenti anche le Sos attinenti alla criminalità mafiosa, numero delle richieste di avvio di istruttorie antimafia connesse al Pnrr, provvedimenti interdittivi antimafia emessi dagli uffici territoriali del governo. (Travelnostop.com)
Le regioni più a rischio sono Campania, Lombardia e Lazio. Il rischio di infiltrazioni con le Olimpiadi Milano-Cortina e il Giubileo aumenta. Roma – Sarebbe pari a 3,3 miliardi di euro, il giro d’affari della criminalità organizzata italiana derivante (Il Giornale Popolare)
Il turismo italiano è sotto attacco delle mafie e la Campania è tra le regioni a maggior rischio di infiltrazione del settore. È quanto emerge da uno studio di Demoskopika, il gruppo italiano per le opinioni e le ricerche di mercato, che ha misurato il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata sulla base di alcuni indicatori ritenuti “sensibili” ai fini della ricerca. (La Repubblica)
Sarebbe pari a 3,3 miliardi di euro, il giro d'affari della criminalità organizzata italiana derivante dall'infiltrazione nell'economia legale del settore turistico del Belpaese di cui quasi 1,5 miliardi concentrato nelle realtà del Nord. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
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Sono nove i sistemi turistici regionali a presentare i rischi più elevati di infiltrazione criminale nel tessuto economico: Campania, Lombardia, Lazio, Puglia, Sicilia ma anche Liguria, Emilia Romagna, Piemonte e Calabria (La Repubblica)