Giorgia Meloni dopo lo strappo sulle nomine Ue: "Italia isolata? Non è vero, io rispettata dai colleghi"

A cura di Annalisa Girardi Giorgia Meloni non ha sostenuto la rosa di nomi proposta da Popolari, Socialisti e Liberali per i vertici dell'Unione europea e al termine della cena del Consiglio Ue, parlando con i giornalisti, ha espresso tutta la sua amarezza. Già nei giorni scorsi la presidente del Consiglio aveva lamentato di essere stata esclusa dai negoziati, affermando che non fosse giusto che tre gruppi politici – alcuni dei quali avevano perso consensi rispetto all'ultima tornata elettorale – prendessero decisioni a tavolino. (Fanpage.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Sulle nomine per gli incarichi di vertice dell'Ue, Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione, Antonio Costa a quella del consiglio, e Kaja Kallas come Alto rappresentante per la Politica estera e della Sicurezza, la premier Giorgia Meloni ha deciso di prendere la strada più impervia e probabilmente meno fruttuosa per il paese. (Italia Oggi)

Il trio che si appresta a governare l’Ue nel segno della continuità potrebbe essere ricordato così. C’erano una democristiana, un socialista e una liberale amante di Gandalf a guidare l’Europa. (Il Fatto Quotidiano)

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la definisce "una missione compiuta" e un "forte segnale della democrazia europea". Accordo però non votato dall’Italia. (Vatican News - Italiano)

Il pressing su Meloni: “Non strappi con la Ue”. Timore per i mercati e i conti pubblici

Convinta di “dare le carte”, ha dovuto prendere atto che la sua maggioranza in Italia resta minoranza nell’Unione. Esclusa da tutti i «caminetti» — che finge di detestare, se le vietano di accedervi — la premier ha scoperto cos’è il Freddo in Europa. (la Repubblica)

È convinta che il mancato voto a favore di Ursula von der Leyen le offrirà la possibilità di ottenere il riconoscimento che “spetta all’Italia“. Giorgia Meloni nega il rischio marginalizzazione dell’Italia. (Il Sole 24 ORE)

La tentazione sovranista di Giorgia Meloni, trapelata nelle scorse settimane e confermata dalla svolta isolazionista in occasione dell’ultimo Consiglio europeo, è un piano ad alto rischio: attendere il voto in Francia, scommettere sul crollo di Emmanuel Macron e il trionfo di Marine Le Pen, colpire nel segreto dell’urna la candidatura di Ursula von der Leyen sperando in una sua bocciatura, prepar… (la Repubblica)