Le “Gemme Cosmiche” possono aiutarci a risolvere il mistero di come si è formato l'universo

Le “Gemme Cosmiche” possono aiutarci a risolvere il mistero di come si è formato l'universo

Viste per la prima volta dal telescopio James Webb, le “Gemme Cosmiche” racchiudono cinque giovani ammassi stellari che forniscono un’eccellente visione delle prime fasi della reionizzazione, il processo cosmologico che ha permesso la nascita delle prime stelle. (Fanpage.it)

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Le galassie neonate dell’Universo primordiale hanno subito diverse fasi di formazione stellare, e generato grandi quantità di radiazioni ionizzanti. Tuttavia, essendo molto lontane da noi, è stato molto impegnativo finora poterne studiare il contenuto. (Astrospace.it)

– Lo studio delle galassie giovani, a poche centinaia di milioni di anni dal Big Bang, è una finestra per comprendere i processi che hanno modellato le galassie nell’universo primordiale. Galassie così distanti possono essere difficili da osservare, ma per fortuna l’universo stesso offre un assist attraverso le lenti gravitazionali: distribuzioni di materia così dense che curvano lo spaziotempo e deviano il percorso dei raggi luminosi, amplificando la luce proveniente dalle galassie più lontane. (Agenzia askanews)

Lo studio delle galassie giovani, a poche centinaia di milioni di anni dal Big Bang, è una finestra per comprendere i processi che hanno modellato le galassie nell’universo primordiale. (Media Inaf)

Team guidato da scienziati italiani scopre 5 antichissimi ammassi stellari

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L’arco di Gemme Cosmiche (SPT0615-JD1) racchiude cinque giovani ammassi stellari che possono aiutarci a risolvere il mistero di come si sono formate le prime stelle dell’Universo. Il Telescopio Spaziale James Webb ha individuato cinque antichi ammassi stellari all’interno di una galassia giovanissima, osservata a meno di 500 milioni di anni dopo il Big Bang. (Il Sole 24 ORE)

La scoperta, utile a ricostruire la formazione delle galassie nell'universo primordiale, è frutto delle osservazioni del telescopio spaziale James Webb, gestito dalle agenzie spaziali di Europa (ESA), Stati Uniti (NASA) e Canada (CSA). (ilmessaggero.it)