Cercapersone esplosi in Libano, l’hacker Chiesa: “Facile violare i dispositivi datati. Similitudini con l’attacco alle centrali in Iran”
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Prima le esplosioni dei cercapersone, poi quelle dei walkie-talkie, a centinaia. Infine i pannelli solari. In Libano la tecnologia, come in un film dell’orrore, sembra impazzita. È la guerra ibrida contro Hezbollah, condotta a colpi di attacchi cyber. Gli uomini della milizia sciita pensavano di essere al sicuro abbandonando gli smartphone, tracciabili dal Mossad, per tornare a dispositivi più antiquati. (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altri giornali
L'azienda produttrice giapponese Icom è finita sotto i riflettori dopo il nuovo attacco informatico israeliano in Libano. L'IC-V82 è un walkie-talkie prodotto ed esportato, anche in Medio Oriente, dal 2004 a ottobre 2014. (La Stampa)
Esplodono centinaia di walkie talkie in Libano Esplodono centinaia di walkie talkie in Libano (Virgilio Notizie)
– Alti funzionari del Pentagono temono che le recenti esplosioni di massa di dispositivi di comunicazione in Libano siano il preludio ad un’offensiva di terra da parte di Israele. Roma, 19 set. (Agenzia askanews)
Lo riferiscono all'ANSA testimoni oculari nella capitale libanese. (il Resto del Carlino)
«Israele non ha bisogno di spie» sosteneva a febbraio in un video-discorso Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah. «I suoi dispositivi di sorveglianza sono nelle vostre tasche - metteva in guardia - Se state cercando l'agente israeliano, guardate il telefono che avete in mano e quello delle vostre mogli e dei figli». (il Giornale)
Lo ha riferito il New York Times, citando tre ufficiali dell'intelligence israeliana informati dell'operazione, che hanno dichiarato al giornale che sono state create almeno altre due società fittizie per nascondere che i produttori dei cercapersone facevano capo ai servizi segreti israeliani. (Adnkronos)