Maria Elena Boschi: “Pronti per lo Ius scholae ma temo che Forza Italia si farà fermare”

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la Repubblica INTERNO

Onorevole Maria Elena Boschi, è favorevole allo Ius scholae? «Sì, meglio questa legge rispetto al niente». [(FckEditorEmbeddedHtmlLayoutElement) Link] Le sembra un passo indietro? «Nel 2016 presentammo lo Ius culturae, che offriva la cittadinanza a chi avesse completato il ciclo di studi, o in alternativa per chi era nato qui con genitori in possesso di un permesso di soggiorno permanente, … (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Archiviata momentaneamente, anche dalle opposizioni, l'ipotesi dello Ius soli, sulla quale la chiusura della maggioranza è netta, si fa strada sempre più l'idea di uno Ius scholae, legato alla frequentazione di cicli di studio nel nostro Paese da parte di bambini nati da genitori immigrati. (La Stampa)

Dopo le Olimpiadi di Parigi è tornata al centro del dibattito politico e sindacale la riforma dello Ius Scholae, che prevede la concessione della cittadinanza ai minori stranieri che completano uno o più cicli scolastici in Italia. (Orizzonte Scuola)

La polemica che è scoppiata sullo «ius scholae» ne è un esempio. A volte tornano le parole della canzone «destra e sinistra» in cui Giorgio Gaber fa la parodia dell'ideologia di ogni colore e non puoi non dargli ragione. (il Giornale)

Giuseppe Conte: «Lo ius soli del Pd non ha i consensi necessari. Ecco il piano del Movimento 5 Stelle»

La riforma dello Ius scholae “nell’attuale legislatura mi pare l’unica che ha qualche chance di venir approvata. Penso che abbiamo bisogno di nuovi cittadini, di nuovi italiani. Ce lo richiede la demografia. (Agenda Politica)

Scontro interno al governo nazionale sullo ius scholae. Si tratta una proposta di legge del 2022 che mirava a concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni, dopo aver completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni. (Tp24)

In realtà, sono anni che se ne parla perché ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che sono nati e cresciuti in Italia o che comunque vivono qui da anni, parlano italiano, si sentono italiani a tutti gli effetti, ma non hanno i nostri stessi diritti perché il nostro ordinamento giuridico li considera «stranieri». (Corriere della Sera)