Formula Uno, il Gran Premio d'Arabia Saudita: il podio degli arrabbiati

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Rolling Stone Italia SPORT

Il recupero di Lando Norris si ferma davanti al muro di un Charles Leclerc fuori dall’ordinario capace di una gara non solo perfetta, ma oltre il limite di una vettura i cui limiti iniziano a essere imbarazzanti rispetto alla diretta concorrenza. Norris anche questa volta non sembra dimostrare le stigmate di un potenziale campione del mondo: troppe le imprecisioni che costellano i suoi Gran Premi insieme a una forma d’insicurezza (ossessiva) che si palesa nei corpo a corpo con gli altri piloti al punto da avere difficoltà anche nel confronto diretto con un Lewis Hamilton in grande affanno – per non dire in disarmo – con una Ferrari che deve ancora capire davvero come gestire e guidare. (Rolling Stone Italia)

La notizia riportata su altri giornali

Il gruppo di testa è partito con la Medium, con l’idea di passare alla Hard per una sosta unica, con l’opzione Soft nel finale di gara in caso di SC o VSC. I carichi sulla gomma sono trasversali più che longitudinali, l’asfalto è meno abrasivo, ma soprattutto c’è un degrado termico minore. (Analisi Tecnica F1)

La curva 2 ci inserisce nel settore più tecnico del tracciato; l'obiettivo per i piloti è quello di anticipare il più possibile l'uscita per inserirsi nello 'snake' saudita, immettendosi a oltre 300 km/h in quello che sembra essere un imbuto per quanto è stretta la pista. (Sky Sport)