Il boss De Martino portava bimbi in auto come scudo: temeva agguati dai clan rivali a Ponticelli

Video suggerito A cura di Nico Falco Francesco De Martino, boss dell'omonimo clan di Ponticelli, Napoli Est, sapeva di essere nel mirino dei rivali e aveva paura di finire in un agguato di camorra. Per questo motivo, quando doveva andare a prendere la nipotina nel luogo convenuto, lo faceva soltanto a determinate condizioni: scortato da uomini armati o con altri bambini in automobile da usare come scudo. (Fanpage.it)

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Ma non solo, secondo gli inquirenti, quando la piccola veniva consegnata alla famiglia paterna, veniva utilizzata un'auto con a bordo dei bimbi usati come scudo per dissuadere i rivali dal compiere agguati. (La Stampa)

Ponticelli, bimbi coinvolti nella guerra tra clan: «Nostra nipote utilizzata come scudo umano per ordine del figlio del boss»

Al centro della disputa tra «Montecchi e Capuleti», c'è l'affidamento di una bambina di soli 3 anni. Da sottolineare che il Tribunale non è coinvolto in questo caso. (leggo.it)

Dal carcere si teneva in contatto con la figlia di tre anni e con la sua famiglia grazie a un profilo Instagram installato su un cellulare che gli veniva consegnato da un agente della penitenziaria compiacente: emerge anche questo dall'indagine dei carabinieri di Torre del Greco che oggi hanno notificato nove arresti, anche al padre della piccola, rampollo della famiglia camorristica De Martino, e ai suoi genitori. (ilmattino.it)

Nella galleria degli orrori della camorra mancava solo questo: bambini sfruttati come veri e propri “scudi umani” per evitare rappresaglie del clan nemico. Atroci e agghiaccianti le vicende ricostruite da un’indagine dei carabinieri coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che descrive il quadro di una criminalità organizzata sempre più ignobile e spietata. (ilmattino.it)