Meglio tardi che mai: il Consiglio d’Europa riconosce Assange “prigioniero politico”

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L'INDIPENDENTE ESTERI

L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) ha ufficialmente designato ieri Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, come «prigioniero politico». La decisione, arrivata dopo l’audizione che lo stesso Assange ha tenuto martedì scorso a Strasburgo, è stata formalizzata attraverso il via libera a una mozione che ha ottenuto 88 voti a favore, 13 contrari e 20 astenuti. La pronuncia è arrivata fuori tempo massimo, solo dopo che l’odissea giudiziaria di Assange – il quale ha dovuto, per sua stessa ammissione, dichiararsi «colpevole di giornalismo» per tornare libero – si è conclusa. (L'INDIPENDENTE)

Se ne è parlato anche su altri media

Quell’Europa che è stata culla della democrazia fin dai tempi degli antichi greci. È australiano, ma ha scelto come sede per il suo intervento la Commissione per gli affari giuridici e i diritti umani dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce). (articolo21)

Quali sono le ragioni dell'accusa Nel mirino anche il governo statunitense e il Regno Unito per avergli imposto un "trattamento sproporzionato". (Sky Tg24 )

Una votazione che vuole essere un richiamo, da parte del massimo organo europeo, non solo ai governi del Regno Unito e degli Stati Uniti, ma a tutti i regimi del mondo che cercano di punire giornalisti scomodi incarcerandoli. (articolo21)

A parlare così a una ventina di reporter ammassati nell’aula dell’Assemblea parlamentare del Consiglio di Europa ieri mattina è stata Stella Assange, arrivata a … (Il Fatto Quotidiano)

Nella quale ai giornalisti compete una missione cruciale: “Essere degli attivisti per la verità”. Eppure, la vicenda personale del fondatore di WikiLeaks, tornato ieri a parlare in pubblico dopo la sua liberazione lo scorso giugno al termine di un lungo calvario giudiziario, è emblematica del pessimo stato di salute in cui versa oggi l’informazione. (LA NOTIZIA)

Non sono libero oggi perché il sistema ha funzionato: sono libero perché mi sono dichiarato colpevole di giornalismo". "Ho scelto la libertà al posto di una giustizia impossibile da realizzare. (QUOTIDIANO NAZIONALE)