Roberto Mancini, il futuro della Juventus

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La panchina della Juventus è sempre più calda, e il nome che sembra dominare ogni discussione è quello di Roberto Mancini. L’ex commissario tecnico della Nazionale italiana, dopo aver lasciato il ruolo lo scorso agosto, è ora il grande favorito per prendere le redini della squadra bianconera, in un momento in cui il destino di Thiago Motta appare ormai segnato.

Mancini, che ha sempre dichiarato di tifare per la Juventus da bambino, rappresenta per la società torinese una figura carismatica e vincente, capace di portare con sé non solo l’esperienza maturata in anni di successi, ma anche quel “stellone” che sembra accompagnarlo da sempre. Non si tratta semplicemente di fortuna, ma di una combinazione di audacia, talento e capacità di gestire situazioni complesse, come dimostrato durante la sua carriera da allenatore.

La situazione attuale della Juventus, però, non lascia spazio a romanticismi. Con sette gol subiti nelle ultime due partite e il rischio concreto di mancare l’obiettivo minimo della qualificazione alla Champions League, il club si trova a un bivio. Thiago Motta, nonostante le recenti conferme pubbliche da parte del direttore sportivo Cristiano Giuntoli, sembra avere le ore contate. Il rapporto teso con parte dello spogliatoio e i risultati deludenti hanno spinto la dirigenza a valutare un cambio in panchina, anche se, per questioni di bilancio, l’esonero è stato rimandato almeno fino alla partita contro il Genoa.

Proprio in questo contesto, Mancini emerge come la soluzione più plausibile. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex CT sarebbe disposto a un accordo a breve termine, addirittura di soli quattro mesi, per guidare la Juventus nella fase finale del campionato e nel Mondiale per Club. Un compromesso che potrebbe trasformarsi in un impegno a lungo termine, con il rinnovo automatico del contratto per la stagione 2025-26 in caso di qualificazione alla Champions League.

Mancini, che ha sempre saputo mescolare genio e imprevedibilità, potrebbe portare alla Juventus non solo la sua esperienza, ma anche quella capacità di motivare e coinvolgere che lo ha reso un punto di riferimento per molti giocatori. Tuttavia, il suo arrivo non sarebbe esente da rischi. La sua gestione, a volte caratterizzata da lunghi silenzi nei momenti di crisi e da esplosioni di entusiasmo in quelli di serenità, potrebbe rappresentare una sfida in un ambiente già carico di tensioni come quello juventino.