Borse europee in rosso, Milano frena con Prysmian e Stellantis

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ECONOMIA

Piazza Affari ha chiuso la seduta del 22 aprile in netto calo, trascinando con sé gran parte dei listini europei, in un contesto segnato da tensioni geopolitiche e incertezze sui mercati finanziari. Il Ftse Mib, dopo aver oscillato tra debolezza e timidi recuperi, ha ceduto lo 0,9%, penalizzato soprattutto dal settore industriale e da alcuni big della capitalizzazione. Tra questi, Prysmian ha perso oltre il 3,5%, risentendo delle voci che ipotizzano una frenata negli investimenti in data center da parte di Amazon, mentre Stellantis ha confermato il trend negativo, nonostante le attese per i prossimi dati sulle vendite auto.

Lo spread Btp-Bund, tuttavia, ha mostrato un lieve miglioramento, attestandosi a +111 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,57%. Un dato che, seppur marginale, ha attenuato parzialmente le preoccupazioni legate al debito sovrano, in un momento in cui gli investitori guardano con apprensione alle mosse della Federal Reserve. La polemica tra il presidente americano Donald Trump e il chairman Jerome Powell, infatti, ha riacceso i timori per l’indipendenza della banca centrale, aggiungendo ulteriore volatilità ai mercati.

Oltreoceano, intanto, si attendono con interesse i dati sulle scorte di petrolio e sul PMI composito, indicatori che potrebbero influenzare le prossime sessioni. Intanto, a Londra e Francoforte le perdite sono state più contenute (-0,2%), mentre Madrid ha fatto segnare un +0,3%, trainata dal settore energetico. A Milano, oltre a Prysmian, hanno chiuso in rosso anche Generali e Unipol, mentre tra i pochi in rialzo spicca Italgas, che ha guadagnato quasi il 2%.

La giornata è stata caratterizzata anche dallo stacco delle cedole per un valore complessivo di 7,5 miliardi, un elemento tecnico che ha contribuito a deprimere ulteriormente i listini. Tra i titoli mid-cap, BFF Bank e Banco di Desio hanno registrato flessioni significative, mentre Piaggio e Ariston Holding hanno mostrato maggiore resilienza. L’oro, rifugio tradizionale in momenti di incertezza, ha visto salire le quotazioni, così come il dollaro, che si è rafforzato sull’euro.