Così è stato trovato Bozzoli: «Si è tradito, ha fatto una leggerezza». La resa fra le lacrime e le prime parole

Il finale è a metà strada fra il ridicolo e il drammatico. Con il Giacomo Bozzoli fuggiasco fuggiasco rannicchiato nel cassettone di un letto matrimoniale per nascondersi e il Giacomo Bozzoli padre disperato che dice ai carabinieri in lacrime: «Vi prego, fatemi vedere mio figlio». Curioso come il destino a volte scriva pagine che si assomigliano. L’ora, per esempio. Erano più o meno le sei del pomeriggio del primo luglio quando quest'uomo vide su Internet da qualche parte, in Spagna, la notizia della sua condanna in Cassazione (Corriere della Sera)

Su altre fonti

Un testimone austriaco mi scagionerà», continua a ripetere Giacomo Bozzoli da quando è stato trovato gioved' pomeriggio, nasosto nel cassettone del letto della sua villa di Soiano dopo 10 giorni di latitanza. (ilmessaggero.it)

Portano alla Montanwerke-Brixlegg, specializzata nella lavorazione di metalli e a una rappresentante dell’azienda che, secondo Giacomo, potrebbe assicurare di non avergli mai dato denaro: sarebbe questa donna, mai sentita dai giudici ma presente nelle sentenze, il “testimone austriaco“ di cui parla Bozzoli nella lettera inviata dalla latitanza in Spagna a tre magistrati di Brescia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

In attesa di incontrare il figlio e la compagna ha visto i suoi legali. Giacomo Bozzoli nel carcere milanese di Bollate ha parlato per quasi due ore e mezza con i suoi difensori, gli avvocati Luigi e Giovanni Frattini, padre e figlio che lo assistono fin da quando a dicembre 2015 il suo nome venne iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di aver ucciso lo zio Mario. (leggo.it)

Giacomo Bozzoli, le indagini sulla latitanza e l’interrogatorio rinviato come testimone della sua fuga: “E’ ancora sotto choc”

Così ha trascorso la prima giornata nel carcere di Bollate Giacomo Bozzoli, l'ex latitante arrestato giovedì nella sua villa sul Garda dopo una fuga di 11 giorni. Due ore e mezza di colloquio con i suoi legali. (il Giornale)

I carabinieri si sono insospettiti, infatti, per il fatto che era azionata l’aria condizionata della villa sul lago di Garda, dove poi è stato trovato l’imprenditore. Gli investigatori erano già in zona perché insospettiti da una telefonata su una delle utenze intercettate. (Il Fatto Quotidiano)

Non è bastato il trasferimento da Canton Mombello a Bollate, il passaggio da un carcere insostenibile a uno più umano. Giacomo Bozzoli, il 39enne condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, arrestato nella sua villa di Soiano del Lago dopo undici giorni di latitanza dai carabinieri di Brescia, al presente e al futuro dietro le sbarre non riesce a rassegnarsi. (La Repubblica)