Italia aderisce all'Alleanza contro fame e povertà del G20

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ESTERI

Nella splendida città di Rio de Janeiro, definita anche come “sintesi delle contraddizioni del mondo” da Luis Inácio Lula da Silva, il G20 ha dato il via libera all’Alleanza contro la fame e la povertà, un’iniziativa fortemente voluta dal presidente brasiliano, protagonista del summit. L’obiettivo è porre fine a una vergogna dell’umanità, considerando che il G20 rappresenta l’85% del Pil mondiale e si trova di fronte a cifre spaventose: ben 700 milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema, di cui la metà sono bambini costretti a sopravvivere con meno di 2,15 dollari al giorno, una somma così esigua da non permettere nemmeno l’accesso all’acqua potabile e al cibo necessario per sfamarsi.

Quando Giorgia Meloni prende per la prima volta la parola al G20 di Rio de Janeiro, lo fa per sposare a pieno una delle battaglie identitarie del presidente brasiliano Lula: sconfiggere la fame nel mondo. L’Italia infatti, con sfumature chiaramente più nazionaliste e conservative rispetto al Brasile, ha appoggiato l’alleanza globale lanciata durante il summit per «sradicare questa piaga che disonora l’umanità».

Dall’emergenza climatica alle guerre, fino alle crescenti disuguaglianze sociali, «il mondo sta peggio», ha dichiarato Lula aprendo ieri il 19mo vertice del G20, con cui oggi si concluderà la presidenza di turno del Brasile (poi toccherà al Sudafrica). Eppure è un vertice con grandi ambizioni quello che riunisce a Rio de Janeiro i leader del Nord e del Sud globale, del G7 e dei Brics – che insieme rappresentano l’85% del Pil mondiale e l’80% delle emissioni climalteranti -, chiamati a confrontarsi sulle tre priorità indicate dal governo brasiliano: lotta alla povertà, transizione energetica e sviluppo sostenibile, riforma delle istituzioni di governance globale.