Lecce, scontro tra antifascisti e militanti di destra: in piazza volano bottiglie e insulti. Video

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quotidianodipuglia.it INTERNO

Da una parte, la fiaccolata per commemorare, a 47 anni di distanza, i tre morti di Acca Larentia; dall’altra, una contromanifestazione per ribadire “no al fascismo”. In mezzo, appena poche centinaia di metri e tante polemiche. E soprattutto il rischio e il timore che dalle accuse reciproche e dalle semplici parole si possa passare ai fatti, con tafferugli e disordini. Per questo l’allerta delle forze dell’ordine per i due appuntamenti in programma stasera nel centro di Lecce è già abbastanza alta. (quotidianodipuglia.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

I manifestanti si sono raccolti nel piazzale e sulle scale dell'edificio dove, tra saluti romani e il grido "Presente!", hanno celebrato un rito che riporta ai giorni drammatici dello squadrismo e agli albori del fascismo (Repubblica Roma)

Il contestatore, che si trovava a passare di li proprio in quel momento, ha tenuto però a ribadire il motivo della sua protesta: "Secondo me è importantissimo che vengano commemorate le vittime della lotta politica armata, ma questa non può diventare Predappio, ovvero un raduno di neofascisti che fanno il saluto romano e che inneggiano al ventennio fascista. (Today.it)

Milletrecento saluti romani, milletrecento «Presente!», milletrecento braccia alzate nella notte di Roma. Ma per la celebrazione di Acca Larenzia a Roma l’unico identificato è Marco Cardilli, 30 anni, romano. (Open)

Acca Larentia, a braccio teso per il rito del «presente»

Così ogni anno danno sfogo a bizzarre arrampicate sugli specchi e in molti casi dimostrano di ignorare la storia degli Anni Settanta-Ottanta o ne forniscono una “singolare” chiave di lettura. (Secolo d'Italia)

Ogni anno è peggio. Il rito del “presente”, le urla sincronizzate, la tetra coreografia delle braccia che scattano nel saluto romano, come in un filmato dell’Istituto Luce, ma non è il Luce, è Roma, quartiere Tuscolano, anno 2025, un secolo e tre anni dopo la marcia sulla Capitale. (la Repubblica)

Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta furono assassinati da un attentato rivendicato poi dai Nuclei armati per il contropotere territoriale, mentre Stefano Recchioni morì qualche ora dopo ucciso dallo sparo di un carabiniere durante le manifestazioni che si erano venute a creare. (il manifesto)