Camera e Senato in piedi per Francesco: un minuto di silenzio e un applauso commosso
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Nella solennità dell’aula di Montecitorio, dove deputati e senatori si erano riuniti in seduta comune, il silenzio ha preso il posto delle parole per onorare la memoria di Papa Francesco. Era il 23 aprile quando, su invito del presidente della Camera Lorenzo Fontana e del collega del Senato Ignazio La Russa, l’emiciclo si è alzato in piedi, osservando un minuto di raccoglimento. Al termine, un applauso prolungato ha rotto quel momento di sospensione, quasi a voler restituire, con un gesto collettivo, il peso di un pontificato che ha segnato un’epoca.
La figura del Papa, scomparso il giorno precedente all’età di 88 anni, è stata ricordata non solo attraverso il rituale istituzionale, ma anche nelle parole di chi ne ha sottolineato l’impegno instancabile per la pace. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta durante la commemorazione, ha ripercorso gli appelli di Francesco contro i conflitti, definendoli «un monito alla responsabilità per noi». «Anche quando sapeva che le sue parole avrebbero potuto essere fraintese», ha aggiunto, «non ha mai smesso di invocare la fine delle guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente».
D’altronde, come ha osservato La Russa, il pontefice è stato «la risposta più eloquente alla solitudine del mondo», un riferimento alla capacità del Papa di parlare non solo ai credenti, ma a chiunque cercasse un messaggio di speranza. Il suo pontificato, segnato da gesti di misericordia e da una costante attenzione agli ultimi, ha lasciato un’impronta che travalica i confini della Chiesa. Persino negli ultimi mesi, nonostante la malattia ne avesse fiaccato le energie, Francesco aveva continuato a denunciare le divisioni, dimostrando una coerenza che pochi leader possono vantare.