Suicidio assistito, la Asl cambia parere: via libera a una donna toscana di 54 anni malata di sclerosi multipla

Articolo Precedente

next
Articolo Successivo

next
Più informazioni:
Open INTERNO

Una donna toscana di 54 anni ha ottenuto il parere favorevole dell’Azienda sanitaria Toscana Nord-Ovest alla richiesta di morte assistita. L’associazione Luca Coscioni spiega in una nota che da settimane la richiesta era stata negata alla donna, completamente paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva. Secondo l’associazione, la donna possiede «tutti e quattro i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per poter accedere legalmente al suicidio mediamente assistito in Italia». (Open)

Su altre testate

Il monito a intervenire, diretto al legislatore, era arrivato già nel 2019 quando la Corte aveva depenalizzato il reato di istigazione al suicidio. Un monito caduto nel vuoto, che oggi continua a produrre i suoi effetti. (L'HuffPost)

«È la prima applicazione della nuova sentenza della Consulta che ha esteso il concetto di trattamento di sostegno vitale», afferma l’associazione Luca Coscioni a cui si era rivolta tempo fa la donna e che ne aveva reso noto il caso un mese fa. (Il Sole 24 ORE)

Sì dell'Azienda sanitaria Toscana Nord-Ovest al suicidio assistito per una donna rimasta completamente paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva. La donna, che rifiuta la nutrizione artificiale, possiede tutti e quattro i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per poter accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito in Italia (Sky Tg24 )

Suicidio assistito? Il palliativista Massimo Damini: serve piuttosto una medicina umanizzata

La donna possiede tutti e 4 i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per poter accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito in Italia. (OglioPoNews)

Fotogramma (Avvenire)

Nella sentenza n.135, depositata lo scorso 18 luglio, la Corte costituzionale ribadisce i quattro requisiti per l’accesso al suicidio assistito, già stabiliti dalla stessa Corte nella sentenza n. Irreversibilità della patologia, presenza di sofferenze fisiche o psicologiche che il paziente reputa intollerabili, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale, capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli. (Diocesi di Lecce)