Francesca Comencini e il “Tempo che ci vuole”: “Lettera d’amore a mio padre che mi ha salvata dalla droga”

Francesca Comencini e il “Tempo che ci vuole”: “Lettera d’amore a mio padre che mi ha salvata dalla droga”
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«Dopo tanti anni passati a fare il suo stesso lavoro cercando di essere diversa da lui, ho voluto raccontare quanto ogni cosa che sono la devo a lui. Ho voluto rendere omaggio a mio padre, al suo modo di fare cinema, al suo modo di essere, all’importanza che la sua opera e il suo impegno hanno avuto per il nostro cinema, all’importanza che la sua persona ha avuto per me». Nel Tempo che ci vuole (… (La Stampa)

Su altre fonti

(video di Rocco Giurato) (la Repubblica)

“La vita è poliedrica, ha tante facce e ci sono mille modi di raccontare un fatto.” Così scriveva Luigi Comencini, maestro del cinema italiano, autore di opere come Pane Amore e Fantasia, Un ragazzo di Calabria, Incompreso. (Sky Tg24 )

Giovanna Mezzogiorno a Venezia Classici ricorda il Mahabharata di Peter Brook, dove lavorava come attore – sia in teatro, sia nel film – il suo grande papà Vittorio, attore che troppo presto ci ha lasciati. (la Repubblica)

VENEZIA 81 Francesca Comencini, papà Luigi e la magia del cinema

E poi, un’adolescenza da attraversare, nel mare turbolento degli anni ’70, quelli delle chitarre in piazza, della lotta armata, delle droghe. Con Il tempo che ci vuole, presentato ieri fuori concorso alla Mostra di Venezia, interpretato da Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano (già figlia della Cortellesi in C’è ancora domani), Francesca Comencini firma il suo film più intimo e coraggioso. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Nell’attesa, commozione e applausi accolgono fuori concorso Il tempo che ci vuole (in sala il 26 settembre), il film che Francesca Comencini ha dedicato a suo padre, il grande Luigi Comencini, interpretato da un austero e insieme dolcissimo Fabrizio Gifuni mentre la figlia da ragazza ha il volto intenso di Romana Maggiora Vergano (che ha vinto il Premio Pasinetti assegnato dal Sindacato Giornalisti Cinematografici). (ilmessaggero.it)

«Perché raccontate i fatti vostri nei film?» incalza sul finale Comencini padre (interpretato da Fabrizio Gifuni) ormai anziano quando la figlia ha appena fatto uscire il suo film d’esordio “Pianoforte” (premiato a Venezia nel 1984) in cui raccontava con molti risvolti autobiografici la vita di due tossicodipendenti. (Il Cittadino)