Mps e Mediobanca: Lovaglio punta al terzo polo bancario, Generali non è priorità

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ECONOMIA

L’obiettivo di creare un terzo polo bancario in Italia, capace di competere per asset gestiti, depositi e capacità di generare capitale, è al centro della strategia di Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena. Lo ha ribadito nel corso della European Financials Conference organizzata da Morgan Stanley a Londra, dove ha delineato i contorni di un’operazione che vede Mps e Mediobanca come protagonisti. Un progetto ambizioso, che non considera cruciale la quota di Generali detenuta da Mediobanca, nonostante il valore che l’assicurazione triestina rappresenta in termini di redditività.

«Generali genera redditività, ne siamo felici, ma non è cruciale per il potenziale che la banca vuole esprimere», ha dichiarato Lovaglio, rispondendo implicitamente alle domande sollevate da alcuni analisti e competitor. La partecipazione in Generali, infatti, pur essendo un asset di rilievo per Mediobanca, non rappresenta un tassello determinante per il successo dell’aggregazione tra le due istituzioni finanziarie. Lovaglio ha preferito concentrarsi sulle sinergie che l’operazione potrebbe generare, sottolineando come le eventuali dissinergie saranno «minime», una risposta diretta anche alle osservazioni di Alberto Nagel, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che nei giorni precedenti aveva espresso dubbi sulla compatibilità tra i due gruppi.

I tempi dell’operazione, secondo quanto dichiarato dal numero uno di Mps, dovrebbero rispettare una scadenza precisa: le autorizzazioni necessarie sono attese entro la fine di giugno. Un passaggio cruciale, che permetterà di valutare la fattibilità del progetto e di procedere con l’integrazione tra le due realtà. Lovaglio ha inoltre sottolineato come l’aggregazione offra l’opportunità di «remunerare ulteriormente i nostri investitori», un elemento che potrebbe rassicurare i mercati e gli azionisti, spesso preoccupati dalle incertezze legate a operazioni di questa portata.

La conferenza londinese, che ha visto la partecipazione di altri big del settore come Andrea Orcel di UniCredit, Giuseppe Castagna di Banco BPM e lo stesso Nagel, è stata l’occasione per Lovaglio di ribadire la visione strategica di Mps. Un progetto che punta a costruire una terza forza competitiva nel panorama bancario italiano, capace di affiancarsi ai due colossi già consolidati, Intesa Sanpaolo e UniCredit. Un obiettivo che, se raggiunto, potrebbe ridisegnare gli equilibri del settore, offrendo nuove opportunità di crescita e consolidamento.