Eni, con avvio Fase 2 di Baleine aumenta la produzione nell’offshore della Costa d’Avorio

Eni, con avvio Fase 2 di Baleine aumenta la produzione nell’offshore della Costa d’Avorio
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Adnkronos ECONOMIA

Grazie a questo traguardo, la produzione raggiungerà 60.000 barili di olio al giorno e 70 milioni di piedi cubi di gas associato (equivalenti a 2 milioni di metri cubi) Eni ha avviato oggi con successo la produzione della Fase 2 del progetto Baleine, segnando un passo cruciale nello sviluppo dell’offshore della Costa d’Avorio. Grazie a questo traguardo, la produzione raggiungerà 60.000 barili di olio al giorno e 70 milioni di piedi cubi di gas associato (equivalenti a 2 milioni di metri cubi). (Adnkronos)

La notizia riportata su altre testate

La Fase 2 prevede l’impiego dell’unità flottante di produzione, stoccaggio e scarico (FPSO) Petrojarl Kong, affiancata dall’unità flottante di stoccaggio e scarico (FSO) Yamoussoukro per l’esportazione di olio, mentre il 100% del gas processato andrà ad approvvigionare la domanda locale di energia grazie al collegamento con il gasdotto costruito durante la Fase 1 del progetto. (Eni)

Villanova Monteleone. Si è svolto a Villanova Monteleone nei giorni scorsi uno degli eventi realizzati nell’ambito del Progetto “Alboergo-Ospitalità diffusa a Villanova Monteleone”. (SARdies.it)

Eni (LA STAMPA Finanza)

Così i colossi pubblici fanno il pieno di energia per l'Italia

Grazie a questo traguardo, la produzione raggiungerà 60.000 barili di olio al giorno e 70 milioni di piedi cubi di gas associato (equivalenti a 2 milioni di metri cubi). La fase 2 prevede l’impiego dell’unità flottante di produzione, stoccaggio e scarico Petrojarl Kong, affiancata dall’unità flottante di stoccaggio e scarico Yamoussoukro per l’esportazione di olio, mentre il 100% del gas processato andrà ad approvvigionare la domanda locale di energia grazie al collegamento con il gasdotto costruito durante la Fase 1 del progetto. (SoldiOnline.it)

Le tensioni sui mercati energetici sono destinate a persistere anche nel 2025. Questa mossa, infatti, rischia di interrompere i flussi di gas dalla Russia verso l'Europa occidentale, complicando ulteriormente gli approvvigionamenti. (il Giornale)