Siria, in dieci giorni si è passati da promesse di apertura al golpe internazionale contro la rivoluzione
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Chiunque abbia seguito da vicino le vicende siriane dal 2011 sa che il desiderio di cambiamento è stato espresso da una parte importante della società, sia pur in modi e con obiettivi diversi. Alcune prospettive hanno avuto modo nel tempo di consolidarsi maggiormente, dando luogo e istituzioni di fatto che, nel corso del tempo, hanno conteso al regime il controllo del territorio. La principale e più grande è l’Amministrazione autonoma del nord-est (DAA): benché costruita a partire dal Rojava e dalla resistenza di Kobane è erroneamente identificata con “i curdi” quando è espressione di forze arabe democratiche e delle sole forze progressiste e socialiste tra i curdi (che non sono le uniche). (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri giornali
«Licet necare tyrannum», è lecito uccidere il tiranno, secondo la teologia di San Tommaso. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Questa i… (La Stampa)
Davvero c’è da disperarsi per la Siria? Intanto, bisognerà iniziare a rallegrarsi, visto che geostrategicamente a perdere il loro alleato più prezioso in Medio Oriente sono stati proprio i nemici giurati dell’Occidente, Russia e Iran, che avevano tenuto in piedi con la forza delle loro armi e dei mujahidin del popolo iraniani un regime corrotto e sanguinario, pur di avere un porto (Tartus) sul Mediterraneo per quanto riguarda Mosca; o di assicurarsi l’assoluta complicità del regime di Bashar al-Assad, da parte iraniana, per far arrivare tonnellate di armi e missili ai propri proxy libanesi e palestinesi. (L'Opinione)
I militari della 24a Brigata meccanizzata intitolata a Re Danylo mentre prendono parte a un’esercitazione di medicina tattica e di assistenza tattica alle vittime di combattimento (TCCC) in una località segreta nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale. (Il Sole 24 ORE)
1- Ciò che è accaduto in Siria è il risultato di un piano orchestrato da attori regionali e internazionali i cui interessi erano allineati. Mentre il popolo siriano potrebbe trarre alcuni benefici da questo cambiamento, è probabile che dovrà sopportare poi il peso di eventuali conflitti o rivalità tra coloro che partecipano alla nuova struttura di potere. (Contropiano)
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