Turisti-gladiatori al Colosseo, Airbnb e la polemica culturale

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Il 26 novembre, Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura di Roma Capitale, incontrerà il CEO di Airbnb per discutere la controversa iniziativa dei turisti-gladiatori al Colosseo. Durante l'audizione in commissione capitolina Cultura, presieduta da Erica Battaglia (Pd) e richiesta dalla consigliera di FdI Francesca Barbato, è emerso un forte dissenso verso l'accordo tra il Parco Archeologico del Colosseo e Airbnb. Tale accordo prevede spettacoli turistico-gladiatori, che si terranno a partire da maggio prossimo, e ha suscitato indignazione tra i cittadini e le autorità locali.

Smeriglio ha espresso la sua contrarietà all'iniziativa, definendola una "pagliacciata" che svilisce la dignità di Roma. Secondo l'assessore, l'accordo rappresenta una visione del Colosseo in salsa Las Vegas, riducendo il monumento a mero intrattenimento commerciale. Tomaso Montanari, storico dell'arte e rettore dell'Università per stranieri di Siena, ha criticato duramente l'accordo, affermando che si tratta di marketing e non di mecenatismo, e che riduce la cultura a intrattenimento di basso livello.

La polemica non si limita all'evento in sé, ma si inserisce in un contesto più ampio di valorizzazione del patrimonio culturale di Roma. Da almeno un decennio, infatti, si assiste a una crescente commercializzazione dei beni culturali, che rischia di compromettere la loro integrità storica e culturale. L'accordo con Airbnb è solo l'ultimo esempio di una tendenza preoccupante, che vede il patrimonio culturale trasformarsi in un'attrazione turistica a pagamento.

La questione dei turisti-gladiatori al Colosseo solleva interrogativi più ampi sulla gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale di Roma. È necessario un dibattito approfondito su come conciliare la promozione turistica con la tutela della dignità e dell'integrità dei monumenti storici.