Liste d’attesa, la bocciatura della Corte dei Conti: “Dati parziali e non omogenei”
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I dati latitano e sui metodi utilizzati per ridurre le liste d’attesa emergono forti criticità. Il giudizio della Corte dei Conti, nell’analisi sulla riduzione delle liste d’attesa per le prestazioni non erogate durante l’emergenza Covid, è tutt’altro che positivo. Tanto che si parla di “criticità nella metodologia adottata, basata su dati autocertificati da parte di Regioni e Province autonome che appaiono non omogenei”. (LA NOTIZIA)
Se ne è parlato anche su altre testate
Il primo emendamento prevede che le risorse erogate alle Regioni per fronteggiare l’emergenza Covid nel 2020 e 2021 possono essere utilizzate entro il 31 dicembre 2025 per garantire l’attuazione dei piani di recupero per le liste d’attesa, attraverso il ricorso alle prestazioni aggiuntive e ai privati accreditati. (Il Sole 24 ORE)
"Criticità nella metodologia adottata, basata su dati autocertificati da parte di Regioni e Province autonome che appaiono non omogenei". (Alto Adige)
Le Regioni hanno usato in maniera efficace i 2 miliardi stanziati tra 2020 e 2024 per ridurre le liste d’attesa? La Corte dei Conti ha provato a capirlo, ma non è stato facile. Perché sono emerse “criticità nella metodologia adottata” per controllare se l’obiettivo era stato raggiunto, “basata su dati autocertificati da parte di Regioni e Province autonome che appaiono non omogenei”. (Il Fatto Quotidiano)
Per ridurre le liste d’attesa, in particolare per smaltire le prestazioni non erogate durante l’emergenza pandemica, sono stati spesi 2 miliardi di euro dal 2020 al 2024. Ma ci sono delle criticità nella metodologia adottata per la riduzione delle liste d’attesa in quanto «basata su dati autocertificati da parte di Regioni e Province autonome che appaiono non omogenei, stante il mancato utilizzo di flussi informativi nazionali e di sistemi informativi strutturati, allo Stato non disponibili». (Milano Finanza)
Ora, le Aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere del servizio sanitario regionale dovranno, entro trenta giorni, adottare un Piano operativo per l’abbattimento delle liste di attesa riguardanti le prestazioni chirurgiche, la specialistica ambulatoriale (prime visite e esami diagnostici) e gli screening oncologici (questi solo per le Asp) e approvare un cronoprogramma esecutivo di attività e di spesa. (Quotidiano Sanità)
"Criticità nella metodologia adottata, basata su dati autocertificati da parte di Regioni e Province autonome che appaiono non omogenei". (La Gazzetta del Mezzogiorno)